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 2013  luglio 25 Giovedì calendario

AMBIZIOSI, ARRICCHITI E CRITICATI MA I MIDDLETON SONO SUL TRONO

Avevano quei sorrisi rag­gianti, come tutti i nonni hanno detto che il loro ni­potino è «bellissimo» e «meravi­glioso», e come tutti i nonni ci cre­dono davvero. Poi, quei sorrisi di Carole e Michael Middleton erano anche per la stampa, per il popolo inglese, per la marea de­gli invidiosi: guardateci, qui, fuo­ri dall’ospedale dove è nato un futuro re d’Inghilterra, proprio noi due, due borghesi arricchiti e ambiziosi che avete spernac­chiato, criticato, etichettato, analizzato, tentato di bocciare come inadeguati per la famiglia di Sua Maestà, e invece. Invece Carole e Michael, che hanno la medietà già nel cognome, sono saliti in vetta come pochi: e da las­sù, dall’Himalaya dell’arrampi­cata sociale, guardano tutti gli al­tri molto, molto più in basso, che stanno a rosicare (come dicono a Roma, ma sicuramente lo fan­no anche a Londra).
Il fatto - ironia della sorte - è che coloro che li giudicano (ma­le, ovviamente) e li prendono in giro sono quelli che più vorreb­bero essere al loro posto: e non si capacitano che un’impresa del genere sia riuscita proprio a lo­ro, così poco di classe, poco ro­yal, parvenu dell’alta società bri­tannica e del mondo dei miliona­ri, persone che a Buckingham Palace dicono toilet e pardon o al­le parate militari masticano la cicca. Eppure loro, i signori Mid­dleton, hanno messo al mondo e poi educato una figlia che ha sposato il principe dei principi, e gli ha appena dato un figlio. E poi saranno loro i veri royal-nonni, cioè quelli che, di fatto, si occupe­ranno di aiutare William e Kate col bebè (e a chi dovrebbero ri­volgersi poi, a Carlo e Camilla?) Ci sono due categorie princi­pali di critici-invidiosi: gli aristocratici, che avrebbero visto mol­to meglio una delle loro figlie al posto di Kate, semplicemente per blasone. E la gente, consu­matori di tabloid e tv, magari più poveri dei Middleton, magari borghesi danarosi, in ogni caso sognatori di vite sotto i riflettori, aspiranti a un qualche tipo di up­grade social-esistenziale per sé e la prole, meritato a prescinde­re: non insomma una carriera per capacità, studi, lavoro e ta­lento e pervicacia, ma piuttosto una ascesa da fiaba, col principe azzurro (o un regista) che incro­cia la figlia per strada, la sposa (o le assegna una particina in un film) e la porta a palazzo (o a Hol­lywood, o almeno in un telefilm, o almeno in un quiz per la tv).
Non è detto che chi critica e giudica i Middleton sia diventato milionario grazie al suo lavo­ro, come Carole e Michael: venti­sei anni fa hanno creato la Party Pieces, che vende on line di pro­dotti per le feste, cappellini, trombette, costumi, decorazio­ni, con qualche scivolone nello sfruttamento del marchio «rea­le» (che orrore, incrementare il business, come del resto ha fatto anche il principe Carlo...). Non è detto che usino i soldi per man­da­re i tre figli nelle scuole miglio­ri del Regno (anche se si dice che Kate sia stata spedita a St An­drews apposta per frequentare l’università con William). È ve­ro, Carole, la ex hostess, ha for­mato Kate e Pippa per il succes­so in società. Spesso, chi ci pro­va, si ritrova le figlie veline mancate. Lei se n’è ritrovata una futu­ra regina. Meriterebbe una coro­na. E quello che più è indigeribi­le, per i suoi nemici, è che Sua Maestà, accogliendo i Middle­ton a corte, ad Ascot, a Balmoral, gliela abbia già riconosciuta.