Manila Alfano, il Giornale 24/7/2013, 24 luglio 2013
EVELYN E MICHELLE LE VITE LE PARALLELE DELLE «SIGNORE CILE»
Si conoscono da sempre, da quando erano bambine, quando giocavano insieme e frequentavano la stessa scuola alla base militare di Quintero, nella regione di Valparaíso. Ora Michelle Bachelet e Evelyn Matthei, quarant’anni dopo il golpe che ha separato i loro destini, sono pronte a ritrovarsi per sfidarsi. Come ex amiche, come rivali, leader di due mondi opposti e distantissimi. Michelle a sinistra, Evelyn a destra. La sfida per le presidenziali è per novembre e il Cile potrà scegliere per la prima volta, tra due candidate donne quasi coetanee, Michelle ha 61 anni, Evelyn 58. I loro padri, Fernando Matthei e Alberto Bachelet, erano entrambi generali delle Forze Aeree. Poi la storia ha separato i loro destini. Nel 1973, Matthei ha appoggiato il golpe di Augusto Pinochet, entrando poi nella Giunta Militare, e Bachelet ha rifiutato di sostenerlo, finendo poi nel girone dei torturati della dittatura, ucciso da un infarto nel 1974. Michelle, laureata in Medicina, si è sempre mossa all’interno del socialismo, fino alla presidenza del Cile. La carriera di Evelyn Matthei, laureata in Ingegneria, si è sviluppata all’interno della destra, fino a raggiungere i vertici di Parlamento e Governo, ancora durante la dittatura, alla fine degli anni 80, è stata una dei giovani rampanti della Patrulla Juvenil, la Pattuglia Giovanile, di Renovación Nacional, insieme allo stesso Piñera, e ha lasciato il partito per dissidi con il futuro presidente. Dissidi che non le hanno impedito di diventare Ministro del Lavoro e della Previsione Sociale del Governo dell’ex collega di partito.
Michelle e Evelyn oggi sono cresciute, certo un passato ingombrante e pensante ha contribuito a formarne il carattere. Evelyn è conosciuta per il suo carattere di ferro e una personalità travolgente. Un paio di anni fa ha firmato una proposta di legge per introdurre in Cile l’aborto terapeutico, perché «è una violenza assolutamente inaccettabile contro le donne che lo Stato le obblighi a portare la gravidanza fino alla fine».
Michelle non avrà certo vita facile in questa battaglia. Certo all’inizio di questa sfida elettorale la strada per lei sembrava tutta in discesa. Il candidato che la destra aveva scelto per sfidarla, Pablo Longueira non convinceva tutti. Tiepido e incolore rischiava di soccombere davanti alla personalità forte di Michelle, la «mamma dei cileni», resa ancora più salda dai sondaggi che fin dall’inizio la davano in netto vantaggio. Poi, il ritiro di Longueira per depressione è apparso a molti come una manna per il partito che in modo un po’ miope non si accorto della variabile Matthei. E oggi lei sembra davvero la risposta migliore. Non solo è tra i ministri con il più alto gradimento tra gli elettori, con punte del 59% di accettazione ma è donna. Insomma, per la prima volta affronta il nemico sullo stesso terreno. Dovrà inventarsi qualcosa di più Michelle, oltre a quel suo ruolo materno e i suoi grandi sorrisi pronti a nascondere promesse vacue. CDovrà scoprire le sue carte: favorevole o contraria al modello di sviluppo cileno? Privatizzare il sistema scolastico o mantenerle statali? Si preannuncia una battaglia epica quella che si disputa in Cile; per ora Michelle resta in vantaggio, ma la sfida è appena cominciata. La destra per ora ha già fatto il suo primo punto: mettere una candidata donna sicura di se e determinata che dice: «Sono già al lavoro e Michelle Bachelet è totalmente vincibile».