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 2013  luglio 26 Venerdì calendario

«VI PRESENTO LA NUOVA DESTRA AN? NON POTRA’ PIU’ TORNARE»

L’ingegner Alemanno, con ufficio e partita Iva aperta da quando non è più sindaco, sta lavorando ad un progetto. Ma con l’ingegneria non c’en­tra. Tra poco più di un mese, dal­l’altra parte del pianerottolo della sua Fondazione Nuova Italia, si installerà un nuovo par­tito, Forza Italia (Berlusconi in persona ha fatto un sopralluo­go l’altro giorno). Ma Aleman­no resterà dall’altra parte del pianerottolo, non entrerà in Fi, pur essendo uno dei colonnelli rimasti fedeli al Cav mentre al­tri pezzi della ex An prendeva­no altre strade (Fli,Fratelli d’Ita­lia, la Destra...). Il progetto del­l’ex sindaco è un altro, fare una nuova Alleanza nazionale, anche se non si chiamerà così. «Ve­de questo? È tutto qui. È il docu­mento che presento domani (oggi,ndr) e che fino ad ora è sta­to firmato da più di 100 persone tra esponenti del territorio ed eletti. Si chiama “Per un nuovo centrodestra radicato nel terri­torio e nella comunità”. Con la nascita di Forza italia, che co­pre l’area più liberal del centro­destra, rischia di rimanere sco­perta la fascia più di destra, l’anima più fondata sui valori della nazione, dello Stato e del­l’equità sociale».
Insomma, Alemanno, dopo Forza italia torna anche Alleanza nazionale.
«No, calma. Io credo che non si possa rifare An. Penso ad un soggetto nuovo che raccolga l’eredità di An ma vada oltre».
Non c’è già Fratelli d’Italia?
«Fratelli d’italia è un interlocu­tore naturale, ma non è che io aderisco a Fdi. Ragiono su una grande aggregazione in cui Fdi può essere il soggetto principa­le. Un’aggregazione di più movi­menti, alleati con Berlusconi».
Quali?
«Storace deve farne parte, ma accettando di superare posizio­ni troppo marginali. E poi pezzi dall’Udc, dal movimento di Giannino, tutti quelli che si rico­noscono in un modello di cen­trodestra diverso ma comple­mentare a Forza Italia».
Altri colonnelli del Pdl (Ga­sparri, Matteoli etc) entre­ranno in Forza Italia. Lei non ci ha pensato mai?
«Io credo serva un altro conteni­tore di destra che metta al cen­tro il tema della nazione, dello Stato, del radicamento popola­re e della giustizia sociale».
È stato un errore sciogliere An?
«Col Pdl è stata fatta una fusio­ne a freddo. Ci voleva più tem­po, forse si doveva passare pri­ma da una federazione. Il Pdl può rimanere come sigla della coalizione».
Non rischia di sembrare un ritorno indietro?
«Per evitarlo dobbiamo evitare due cose. Primo, riproporre il nome di An. Secondo, rifare il vecchio partito dei colonnelli. È un’immagine datata».
Un nome le frulla in testa?
«Stiamo cercando… Qualcosa che sancisca l’idea di una aggre­gazione, il sostantivo Alleanza popolare non è male, anche Fra­telli d’Italia. Bisogna studia­re... ».
E il leader chi sarà? Aleman­no?
«No, io voglio entrare nel pro­getto con la massima umiltà. Da militante. Penso che Gior­gia Meloni, proprio per evitare l’idea di un ritorno al passato, possa funzionare. La cosa fon­damentale è evitare la logica ca­lata dall’alto, utilizzando le primarie ad esempio. Poi, una sede in ogni realtà. Un partito ra­dicato».
E i finiani, vengono an­che loro?
«Ci sono per­sone che hanno fatto in buona fede esperienze in Fli».
E se Fini bussasse alla vostra porta, aprite?
«Fini si è convinto da solo che la sua stagione politica è finita. La figura di Fini si è caricata trop­po del dissidio con Berlusconi. Ai problemi nel centrodestra non si sfugge cambiando posi­zionamento, inseguendo il cen­tro o l’estrema destra. Poi, mai cadere nell’errore di dare spon­da agli attacchi a Berlusconi».
Cioè non flirtare con la sini­stra come ha fatto Fli, prima di dissolversi?
«Il partito di destra che ho in mente deve tenere alta la bandie­ra della legalità, ma mai abbassa­re la guardia di fronte agli attac­chi giudiziari a Berlusconi, che sono un tentativo di distruggere il bipolarismo in Italia».