Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  luglio 26 Venerdì calendario

SFOTTO’ AL DEPUTATO MALATO, IRA DI GRILLO. MA LUI: HO VISTO DI PEGGIO —

Una di notte passata. A Montecitorio prende la parola Matteo Dall’Osso, deputato Cinque Stelle in lotta da anni con la sclerosi multipla. Durante l’intervento si ferma, incespica su qualche frase. In Aula scattano brusii e qualche frecciatina di troppo, che provocano — come ripetono i deputati pentastellati — «profondo sdegno» tra i banchi del Movimento. Poche ore dopo la notizia rimbalza (con tanto di video) sul blog di Beppe Grillo. «Gli “umani” colleghi dagli scranni di Pd e Scelta civica hanno cominciato a fare battutine sulla sua difficoltà, dicevano “dategli il foglio giusto!”, ripetevano le sue parole balbettando a sfottò, mormoravano, ridevano, lo guardavano divertiti — racconta Giulia Di Vita —. Avvisati poi dello stato di Matteo qualcuno ha chiesto scusa per la palese, vergognosa, indecente, schifosa, indecorosa gaffe. L’arte dell’ipocrisia».

Stesso scenario, qualche ora più tardi. Ancora Dall’Osso prende la parola, l’Aula stavolta lo applaude: «Quando ho scritto la mia storia il titolo che le ho dato è stato: “Vinciamo noi”. E anche qui lo ripeto: vinciamo noi». Il deputato rassicura «i colleghi che sono venuti a conoscenza della mia storia ieri. Tutti i giorni faccio le scale per venire in Aula. Son partito da una condizione in cui non muovevo le gambe, la mano, non vedevo da un occhio e non riuscivo a parlare. Ma oggi la mia storia è diventata una case history internazionale». Lui stesso, sul suo sito, la racconta così: «Quando avevo 19 anni mi diagnosticarono malato di sclerosi multipla. Ho avuto quasi tutti i sintomi fino ad arrivare alla sedia a rotelle. Ho scoperto l’origine della malattia, e ora diplopia (visione sdoppiata), sensibilità di tutte le parti del corpo, tensione alle gambe, difficoltà di coordinazione arti superiori, mancanza di concentrazione, inimmaginabile stanchezza, sensazione improvvisa di fare pipì, impossibilità di movimento arti inferiori sono solo un brutto ricordo». Nessuna rabbia, nessuna polemica per le intemperanze dei deputati. Anzi. «Con tutto quello che ho vissuto nella vita, mi sono messo a ridere — racconta al Corriere —. Nel video si vede che cerco di tranquillizzare i miei colleghi, faccio cenno di stare calmi e un po’ anche per questo perdo il filo». «Un ragazzo d’oro» — come lo descrivono nel Movimento — che cerca anche di scusare chi lo ha aggredito verbalmente: «Lo avranno fatto per stanchezza, vista l’ora tarda, o ignoranza: non conoscevano la mia storia». E ancora: «La gente non ascoltava». E Dall’Osso cambia, vira su un aneddoto, ricorda quando — dopo un suo intervento alla Camera — il ministro Beatrice Lorenzin si alzò dal suo scranno per andare direttamente a complimentarsi con lui. Il parlamentare racconta di aver ricevuto le scuse telefoniche di un eletto di Scelta civica. Ma i centristi, in una nota, precisano: «Nessun deputato del gruppo Scelta civica si è permesso di offendere o anche solo irridere il deputato Matteo Dall’Osso». E affermano: «L’uso denigratorio degli handicap o anche solo delle caratteristiche fisiche di una persona non appartiene, e mai apparterrà, alla cultura di Scelta civica».

Anche le altre forze politiche si sono schierate nel condannare l’episodio. Con qualche spunto polemico. «Nell’esprimere a Matteo tutta la nostra solidarietà non possiamo esimerci dal chiedere che fine ha fatto, in questo caso, la voce della sempre indignata presidente Boldrini», sostiene il leghista Massimo Pini. Il Pd invece si smarca dalle critiche lanciate dal blog di Grillo. «Basta vedere il video, leggere il verbale (che di prassi riporta tutte le voci dell’Aula), osservare il comportamento del vice presidente di turno in quel momento, l’onorevole Di Maio, per accertarsi che non c’è alcun riscontro alle accuse lanciate contro i deputati di maggioranza, come chi, come noi, era in Aula in quel momento e chi assisteva alla seduta ha potuto constatare direttamente», scrive Ettore Rosato.
Emanuele Buzzi