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 2013  luglio 26 Venerdì calendario

UNA LEGGE MINACCIA DI FAR SPARIRE I BILIARDINI DAI BAR

Una nuova legge, come uno spettro, si aggira per i bar e i locali italiani, soprattutto quelli un po’ appartati, di periferia: l’obbligo di registrare i biliardini. C’è una complessa procedura che il proprietario dovrebbe seguire per omologare il suddetto prodotto, alla fine della quale il biliardino avrà il suo marchio. Qualcosa ci dice che il proprietario dell’oggetto in questione non abbia nessuna voglia di andare in Comune e compilare moduli.
È troppo complicato e magari costoso e poi già c’è la crisi, ci mancava anche questa. Dunque, cittadini, questo spettro rischia di incatenare i biliardini, trattati alla stregua di giochi illegali. Ovvero, lo spettro rischia di togliere dal mercato uno di quei giochi che hanno contribuito a strutturare la nostra adolescenza, alimentare il senso di convivialità tra classi sociali di diversa estrazione, di genere diverso e di varie fasce di età.
Per non parlare della sana competizione, grazie alla quale, per esempio, in una convention di genitori, costretti per questione di forza maggiore, tipo una recita dei figli o altro, a concentrarsi in un posto, ebbene nella suddetta situazione il tasso di aggressività rischia di salire oltre i limiti consentiti, vuoi per lo stress, vuoi per la noia, vuoi perché pensi di stare sprecando la tua vita, e allora basta un nonnulla per esplodere e picchiare qualcuno. E tuttavia, in momenti così, basta l’apparizione di un biliardino per riappacificare gli animi degli astanti. Quasi una dimostrazione matematica: le persone andranno verso il biliardino, cercheranno spiccioli nella tasca e cominceranno a provare qualche tiro, anche da soli, finché – appunto è una questione matematica – alla spicciolata arriveranno altre persone, grassi e magri, bassi e alti, gobbi e diritti come un fuso, muscolosi e non e tutti con un sorriso vi diranno: partita?
La partita si protrarrà per molte ore, e vedrà il tavolo ospitare, a turno, uomini e donne, che con facilità si scambieranno i ruoli, a porta o in attacco, e molti di noi, tra l’altro si sorprenderanno nel vedere alcune donne bravissime in attacco. Un gioco pacifico e assolutamente non violento, tranne rari casi di palle sfuggite per eccesso di forza e finite in testa a qualche spettatore stupidamente appoggiato sul bordo del biliardino, ma tranne il bubbone nessun problema per l’infortunato. Soprattutto, un gioco che costa poco, anzi sono attualmente ancora in vigore metodi per bloccare la leva e favorire l’uscita continua delle palline, o altri che consentono di recuperare la palla appena entrata in porta: metodi che le generazioni si tramandano aumentando così il legame sociale.
Insomma, questa legge, a mo’ di spettro, rischia di spaventare i proprietari di biliardini che potrebbero buttare l’oggetto in cantina o se sottoposti a verifica invasiva venderli. I biliardini finirebbero in negozi di modernariato che a caro prezzo li venderebbero a intenditori nostalgici. Questi ultimi, però, li piazzerebbero nel salone o nel giardino della propria casa, a rischio di imbalsamazione e tra l’altro solo pochi fortunati potrebbero accedere al gioco. Cittadini, forse è il caso di esorcizzare questo spettro, magari confidando nello sguardo compiacente dei vigili che di sicuro penseranno: meglio concentrarsi sulle multe alle macchine in doppia fila che nella ricerca di biliardini non omologati. Oppure in una semplificazione della procedura, che in questo caso credo si possa fare facilmente, considerando il fatto che i nostri amministratori hanno, come noi, ricordi vividi del biliardino e magari, hai visto mai, dimostrano un’incontenibile voglia di chiedere a perfetti sconosciuti in un bar o in un locale: partita?