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 2013  luglio 26 Venerdì calendario

TOSI, IL RENZI DI CENTRODESTRA

Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, anzi post-leghista ormai, prepara il suo Big Bang, non nel senso astronomico ma in quello politico: vuol diventare il Matteo Renzi del centrodestra e concorrere alla leadership nazionale. Lo certifica l’arruolamento di un comunicatore di lungo corso come Marco Benatti, 60enne veronese, lunga carriera nei media e nella pubblicità, da Matrix, la prima internet company nel lontano 1995, alla sua attuale Fullsix, passano per il gigante WWP di cui era county manager in Italia.
Come ha rilevato il Corriere Veneto, il primo a dare la notizia, c’è una sorprendente analogia fra il Renzi del centrosinistra, il sindaco piddino di Firenze cioè, e il Renzi del centrodestra, primo cittadino di Verona: entrambi hanno pescato uno spin doctor, come dicono gli americani, dall’alta comunicazione italiana: Giorgio Gori, il primo, Benatti il secondo.
Dopo tanto parlare, non al vento peraltro, avendo Tosi pubblicamente sottolineato ogni passaggio, tanto da riunire i suoi alla Fiera di Verona nell’antivigilia del voto nazionale in febbraio, dopo tanto parlare, dicevamo, il Big Bang post-padano prende forma.
Stesso strumento, una fondazione di diritto privato, nome diverso: quella tosiana si chiamerà «10 proposte per l’Italia». Un nome, un programma: non dieci proposte per Verona, né per il Veneto, né per la Macroregione del Nord, che ancora i governatori padani di Piemonte, Lombardia e Veneto, Roberto Cota, Roberto Maroni e Luca Zaia continuano a sognare, ma «per-l’I-ta-lia».
L’incontro fra Benatti e Tosi è stato sabato scorso e, come riportano le cronache, assieme ai due c’erano anche il vicepresidente della Provincia di Verona, Fabio Venturi, leghista, e con l’ex-senatore aennino (poi destro sociale) Paolo Danielli, e pare che il faccia a faccia sia stato più che proficuo.
Ma non c’è solo il direttore dei lavori comunicativi, il rassemblement tosiano prende forma e vigore: ieri allo Sporting Club di Arbizzano (Verona), fra campi da tennis e piscina, lo stesso Venturi e Andrea Miglioranzi, un altro tosiano delle primissima ora, un ex della destra sociale cittadina che Tosi volle nella sua lista già nel 2007 e che ora guida la municipalizzata della raccolta rifiuti, hanno presentato la costituenda fondazione a un gruppetto di imprenditori e professionisti veronesi. Una trentina in tutto, riporta lo stesso giornale, quindi non un’adunata oceanica ma nomi importanti per reputazione e fatturato. C’era il patron della Clinica S.Francesco, Beppe Parazzini, l’imprenditore dei supermercati Luigi Mion, l’industriale delle cartiere Francesco Fedrigoni.
Interventi chiari, sobri, riferimento a una linea generale e cioè l’esportazione del «modello Verona» lontano dall’Arena e cioè verso Roma, perché è esplicito il riferimento a una corsa di Tosi a eventuali primarie di centrodestra, come lui stesso aveva ammesso la settimana scorsa.E non è mancato, dicono le cronache, il riferimento economico alla start-up politica: 100mila euro tanto per cominciare.
Però non è tutto oro quello che riluce sull’Adige nel suo tratto scaligero: un po’ di tosiani della primissima ora, quelli che per intendersi che affiancarono il candidato sindaco nella sua primissima scalata a Palazzo Barbieri, sede municipale, sei anni orsono, insomma quelli antemarcia rispetto ai tanti, tantissimi che si sono avvicinati con le comunali del 2012, quei tosiani, si diceva, hanno cominciato a mormorare: loro, i fondatori, quelli che ci credettero per primi, si sentono un po’ stretti nella folla dei tosiani dell’ultima ora. E dalla mormorazione sono passati all’azione, riunendosi sul Garda, all’Hotel du Lac. Qualcuno, forze giocando sulle origini ultradestre di certi o forse più semplicemente per un richiamo storico alla genesi del movimento mussoliniano, ha ribattezzato i convenuti «sansepolcristi», come appunto coloro che, nel 1919, parteciparono alla fondazione dei Fasci da combattimento.
Sansepolcristi o meno, c’erano Pierluigi Paoloschi, assessore al Bilancio, Mimma Parbellini, presidente di Verona Mercato, il direttore generale del Comune di Verona, Renato Piccoli, lo stesso Miglioranza e un pugno di consiglieri comunali attuali della Lista Tosi. A formare, per forza inerziale, il gruppo è stato l’ingresso nell’area di un gruppone di ex-forzisti, capitanati dall’attuale vicesindaco Vito Giacino. Anche qui, riferiscono le cronache, avevano parlato Venturi e Miglioranzi, i più addentro alla start-up tosiana.
E a far capire a cosa ambirà il nuovo soggetto, che sta crescendo in questi giorni, se non in queste ore, la notizia che l’ex-Pd Sergio Ruzzenente, già capogruppo democrat in consiglio provinciale, è pronto a dare, con un movimento da lui fondato, Area Popolare, «un sostegno e un contributo». Vicenda quest’ultima che rende ancora più simili l’impresa tosiana e quella renziana, vale a dire la possibilità di pescare fra i delusi del campo avverso.
Certo il sindaco fiorentino sembrerebbe riuscirci più in scioltezza, anche perché, a differenza di Tosi, il suo ruolo nel Pd è più sfumato mentre il sindaco scaligero è tutt’ora vicesegretario della Lega Nord e segretario del Carroccio in Veneto, anche se il suo leghismo «riformato» comincia a creare qualche imbarazzo anche in chi era suo amico come l’eurodeputato veronese, Lorenzo Fontana, che nei giorni caldissimi dello scontro fra il sindaco e il Cerchio magico bossiano, s’era schierato con Tosi.
Fontana, che s’è ormai schierato col segretario della Lega Lombarda, Matteo Salvini, la settimana scorsa, ha riunito in città un po’ di militanti leghisti in un’assemblea dove non sarebbero mancate critiche, e neppure troppo velate, alla linea renziana di Tosi.
Tra i più entusiasti ascoltatori di Fontana, in platea, c’era il sindaco di Oppeano (Vr), Alessandro Montagnoli, già deputato leghista nella scorsa legislatura, lasciato a piedi da Tosi nelle liste delle ultime politiche. Montagnoli è il grande avversario veronese di Tosi nel partito, dopo esserne stato fraterno amico all’inizio. Potrebbe essere di nuovo lui, come nel passato, a dar battaglia a Tosi nella Lega e ancora a motivo del suo personalismo. Nella fase nuova del tosismo, una storia che si ripete.