Umberto Rosso, la Repubblica 26/7/2013, 26 luglio 2013
FASSINA: «NON LI GIUSTIFICO COME BERLUSCONI MA C’È CHI NON RIESCE PROPRIO A PAGARE»
Viceministro Fassina, si è messo a giustificare gli evasori “per necessità” come faceva Berlusconi? Brunetta le ha dato il benvenuto nel Pdl...
«Non scherziamo. Io l’evasione la voglio sconfiggere ma per contrastarla bisogna riconoscerne le diverse cause. Non sempre e non solo è una questione morale. Non sempre e non solo è l’egoismo sociale dei vip o il ribellismo antisociale. Sì, ci sono anche gli evasori di sopravvivenza».
E chi sono?
«Quelli che davvero non ce la fanno a resistere alla pressione fiscale. Pagherebbero pure, farebbero volentieri a meno di evadere, ma dentro un sistema produttivo arretrato e soffocante come il nostro finisce che l’evasione diventa un sussidio, inefficiente e regressivo, alla produzione e all’occupazione».
Ci sono evasori e evasori allora, non tutti sono uguali?
«Non tutti».
Così fa felice anche la Lega e la rivolta fiscale nordista, tanto è vero che pure il Carroccio si congratula con lei.
«Ma figuriamoci. Proprio la Lega che, con il rientro dei capitali inventato da Tremonti e Berlusconi, ha usato come “scudi umani” i contribuenti minimi, chi è in difficoltà, per lasciare indisturbati gli evasori patologici. 105 miliardi frutto di evasione regolarizzata».
Intanto ha scatenato una bufera dentro il Pd. Colaninno, responsabile economia, protesta: la fedeltà fiscale è una battaglia di civiltà. Vanno colpiti tutti, evasori di necessità compresi, oppure no?
«Certo, stanati e colpiti. Solo che per farlo non bastano i controlli. In un fisco di massa come il nostro al massimo si riesce a passare al setaccio il 3% dei contribuenti. Così
non ce la facciamo a svuotare il grande mare del sommerso».
Quindi?
«Servono scelte che puntino ad un “adeguamento spontaneo”. E per ottenerlo bisogna rimuovere le cause che portano all’evasione. Affrontarle con strumenti specifici, altrimenti la battaglia risulterà inefficace. Insomma, servono le riforme: da quella della pubblica amministrazione alle privatizzazioni, alla riduzione dei costi dell’energia».
Ci vorranno anni, e nel frattempo gli evasori fanno festa?
«Impegno prioritario del governo,
come ha appena ribadito Letta, è la caccia alle tasse non pagate per finanziare interventi sociali urgenti. Ma l’adeguamento spontaneo di cittadini e imprenditori al fisco, è la strategia di fondo. In un’ottica bilaterale: lo Stato deve essere in regola per poter chiedere ai contribuenti di fare altrettanto».
Viviamo in un paese che ha il doppio di evasione rispetto al resto dell’Europa.
«Perché siamo un popolo di furbi, di infedeli fiscali? No, non credo. Se è tanto alta l’evasione, vuol dire che ci sono cause di sistema da risolvere. Per questo quando l’ex ministro Padoa Schioppa definiva ladri gli evasori faceva un’assurda generalizzazione».
Perchè?
«E’ sbagliato sul piano etico e perdente sul terreno politico mettere insieme l’artigiano stressato da 14 ore di lavoro al giorno, costretto all’evasione per rimanere fra le ultime file delle classi medie e l’imprenditore con milioni di euro in Svizzera».
Come è arrivato a questa svolta?
«Nessuna svolta. Dico queste cose da anni. Basta andarsi a rivedere i miei libri e articoli sull’Unità dal 2008 proprio sull’evasione di sopravvivenza».