Alessandra Nucci, ItaliaOggi 25/7/2013, 25 luglio 2013
DETROIT, METROPOLI DECADUTA
Detroit oggi, nella descrizione del giornale britannico Observer: «Quello che non è buttato nella spazzatura è rubato. Le fabbriche e le case sono state depredate di ogni cosa avesse un qualche valore. In molti vicinati l’unico segno di vita è una lenta e pesante marcia per andare a bere al bar».
Sembra Starnesville, la metropoli decaduta inventata da Ayn Rand nel suo romanzo del 1957 Atlas Shrugged (in italiano La rivolta di Atlante, ed. Corbaccio): «C’erano ancora alcune case rimaste in piedi all’interno della carcassa di quella che era stata una volta una città industriale. Tutto ciò che si poteva muovere era stato portato via; ma erano rimasti ancora alcuni esseri umani. Le case abitate erano sparse a casaccio fra le rovine; il fumo dei camini era l’unico movimento visibile in città. Un guscio di cemento, che era stato una scuola, stava ai margini; come un teschio, con le orbite vuote di finestre senza vetri, con pochi fili di capelli ancora attaccati, sotto forma di fili spezzati».
Starnesville, nel romanzo di Ayn Rand, è sede della grande Motor Company del ventesimo secolo, palesemente simbolo di Detroit. L’incredibile è che la Rand scriveva nel 1957, quando Motown era la città con il più alto pil pro capite degli Stati Uniti. Come poteva la Rand, definita «poetessa del capitalismo», prevedere il suo declino fin da allora, molto prima dell’arrivo delle auto giapponesi?
Il fatto è che Detroit non è affatto gestita da capitalisti, e da mezzo secolo è terreno di scontro sindacal-statalista. Non a caso una delle accuse di Obama al rivale Romney nella campagna elettorale del 2012 era stata quella di voler lasciar andare in bancarotta Detroit.
Non a caso la procedura di bancarotta chiesta in questi giorni dal comune di Detroit è stata subito sospesa da un magistrato, il quale, oltre a citare i danni che ne sarebbero derivati ai pensionati, che avrebbero avuto le pensioni decurtate, ha scritto che la richiesta «non onorava il presidente degli Stati Uniti che aveva salvato le aziende automobilistiche di Detroit dalla bancarotta», comandando che una copia della sentenza venisse spedita alla Casa Bianca, a Barack Obama.
Eppure il fallimento di Detroit, visto dall’Europa, rischia di fornire il pretesto per le ennesime accuse all’economia capitalista. L’Observer cita infatti uno degli abitanti rimasti a Detroit, che si lamenta che «il capitalismo è fallito». Al contrario, come scrive sul Daily Telegraph l’europarlamentare britannico Daniel Hannan, «il capitalismo è l’unica cosa di cui questo posto ha disperatamente bisogno».
Nata a San Pietroburgo nel 1905, Ayn Rand aveva vissuto in prima persona la formazione dell’Urss e l’avanzare implacabile dello statalismo che aveva soffocato la libertà d’impresa di ogni tipo. È questo che vedeva come nessun altro nella prospera America: il soffocamento burocratico della libera iniziativa, che ha portato al lento declino del capitalismo americano, di cui la Detroit di oggi è solo il simbolo più in vista.