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 2013  luglio 24 Mercoledì calendario

DEL TURCO, ECCO COME È ARRIVATA LA CONDANNA

Per ripercorrere il processo che ha condannato Ottaviano Del Turco bisogna avere ben chiari due aspetti: la cornice dove collocarlo (il sistema sanitario abruzzese), e il protagonista principale: l’ex imprenditore Vincenzo Maria Angelini. Per anni la Sanità in Abruzzo ha rappresentato una fonte di guadagno per pochi grandi imprenditori. Angelini, titolare di Villa Pini, era il principale, non certo l’unico. Fra gli altri, Luigi Pierangeli, titolare di una tv locale (Rete 8) e presidente dell’Aiop, la potente associazione che rappresenta proprio le case di cura. La Regione, prima dell’arrivo di Del Turco, aveva 22 presidi ospedalieri pubblici e 13 privati per una popolazione di appena 1 milione e 300mila abitanti e una percentuale di ospedalizzazione che era la più alta d’Italia.
Chi guadagna di più in questo contesto sono le cliniche private. Chi ci rimette - tramite i rimborsi che le cliniche contrattano con la Regione - sono i cittadini, che si ritrovano sulle spalle un debito mostruoso (oltre un miliardo).
Angelini, invece, è un imprenditore spregiudicato. Non si fa problemi se si tratta di oliare funzionari e politici. Ad esempio, finanzia nel 2004 con 100mila euro l’allora governatore Giovanni Pace. Per il tribunale di Appello de L’Aquila una tangente. Paga anche per avere favori sulla cartolarizzazione del debito che la giunta Pace (che precede Del Turco) idea per ripianare il buco della sanità. Non è un caso allora se da questo sistema Angelini guadagna più di tutti. Ma fino al 2005 nessuno si lamenta. Quello è l’anno dell’elezione di Del Turco.
La prima volta che Vincenzo Angelini entra in procura è il 12 aprile del 2008. L’ex re delle cliniche, come dirà nell’incidente probatorio, sa che i magistrati hanno messo il naso sulle sue attività «distrattive». Il titolare di Villa Pini sta spolpando le sue cliniche da anni. Ci sono tracce di movimenti anomali per oltre sessanta milioni di euro. Che se ne fa di tutti quei soldi e dove vanno? Angelini è abituato a dilapidare i soldi e corrompe. In procura a Pescara, anche grazie all’attivismo di Pierangeli, si pensa che quelle somme siano, anche, destinate a creare fondi neri.
Rispetto al 2004 Angelini è più povero. Del Turco ha già messo mano alla sanità attuando piani di rientro e tagli di spesa che dimezzano gli affari delle cliniche. Villa Pini rinuncia a quasi 50 milioni. I pm però cercano tangenti e fondi neri. Ma Angelini sta andando in malora e Del Turco attua provvedimenti opposti rispetto alla giunta Pace. Questo mal si concilia con l’ipotesi di corruzione ma non con la concussione. Angelini, che deve salvare il salvabile, capisce dove tira il vento e posiziona la barca. Il 6 maggio 2008, un mese dopo il suo primo interrogatorio, inizia a collaborare. Vestendo altri abiti: non più carnefice, ma vittima.
I pm devono dimostrare, però, che esiste una continuità con la precedente amministrazione. Che in Abruzzo esiste un «partito dei soldi», al di là del colore delle giunte. Se prima Angelini pagava per avere favori ora lo fa perché costretto. L’aggancio è Giancarlo Masciarelli, l’ideatore delle cartolarizzazioni. Per i pm se prima Masciarelli aveva ideato un sistema di favori con Del Turco e le leggi di rientro ne ha creato un altro per estorcerli. E questo nonostante dopo pochi mesi Del Turco viene spostato e demansionato. C’è un altro aspetto che va ricordato. Questo schema concussivo e non corruttivo non può essere ideato solo dal Del Turco, ma da una «associazione per delinquere» più “larga” che governa la Regione. E riscuote mazzette.
Angelini, dunque, parla. Ma la sua versione cambia a secondo delle esigenze. Nel maggio 2008 sostiene, davanti ai pm, di aver ricostruito prelievi e tangenti in via mnemonica grazie anche alla moglie, Annamaria Sollecito. Niente rendicontazioni. Tre anni più tardi la moglie, fa apparire gli appunti, «le pezze di appoggio», sui quali il marito segna date e i viaggi verso casa Del Turco.
Anche i telepass, presunta prova dei suoi viaggi a Collelongo, vengono esibiti in un secondo momento. Arriveranno qualche settimana dopo la confessione, specificando però, fin da subito, che i prelievi non coincidono che i viaggi. Anche perché non possono. Angelini drena denaro liquido dalle sue cliniche quasi ogni giorno. Quante volte va a Collelongo? In base ai telepass, le uscite al casello Aielli-Celano sono 64. Ma ad Aielli-Celano si esce anche per andare alla clinica Santa Maria, ad appena 20 km di distanza, sempre di proprietà di Angelini. Come si fa a capire qual è la destinazione?
Angelini messo alle corde sostiene che tutte le uscite sono riferibili solo alle sue visite a Collelongo. Di queste 47 sono nel periodo in cui è costretto a pagare, mentre le altre sono avvenute prima. Sei sono precedenti all’insediamento della giunta. La procura non incrocia i telepass con i rapporti degli autisti di Del Turco, da dove si evince nel biennio 2006 - 2007, l’incompatibilità di otto viaggi. E chi consegna materialmente il denaro? In un primo tempo Angelini sostiene di essere sempre presente, poi ritratta e tira in ballo anche il suo autista Dario Sciarelli.

Soldi, mele, foto
Angelini paga. Per Del Turco sono circa sei milioni. Ma dove sono finiti non si sa. La Finanza guarda ovunque. Compra due case ma le paga smobilizzando polizze assicurative. Nessun denaro in contante. Se non c’è traccia dei soldi non c’è neanche traccia delle minacce che Angelini dice di aver ricevuto. L’imprenditore non le documenta: incontra decine di volte funzionari e assessori, e va 67 volte a casa di Del Turco, ma non registra niente. Fino al 2 novembre del 2007.
Quel giorno l’imprenditore, stufo di dover pagare, fotografa il suo viaggio a Collelongo: porta con sé il fidato autista e una busta con 200mila euro.
Che fa Angelini? Una serie di foto: il prelievo in cassaforte, il confezionamento della tangente, la busta aperta in auto, una sagoma che cammina verso la porta di Del Turco un’altra sagoma che torna indietro e, infine, una busta (diversa dalla precedente) con delle mele, malli di noce e castagne. È la prova del pagamento delle tangenti.
Perché Del Turco abbia sentito l’esigenza di mettere delle mele visto che quella era, per l’accusa, la nona tangente rimane un mistero. Come resta un dilemma perché, quando tre giorni dopo vengono stampate, Angelini si premura a cancellare i dati dalla macchina fotografica. Tra l’altro la foto delle mele non viene stampata quel giorno ma compare e messa a verbale solo molto dopo.
Ma quelle foto però sono state scattate almeno un anno prima: la difesa riesce a recuperare i dati cancellati e scopre che gli scatti successivi, ritraggono dei lavori a Villa Pini che vengono conclusi con certezza assoluta (ci sono due testimonianze) nell’ottobre del 2006, cioè un anno prima della data indicata da Angelini. Le foto sono vere non false. Per accusa e difesa è pacifico. È la data che non corrisponde. E quella sarebbe la prova dell’inaffidabilità di Angelini.
Il Tribunale allora che fa? Affida una perizia terza al professore Roberto Baldoni. In questa perizia si asserisce che le foto sono vere ma anche che, in base alle date registrate nella macchina, il 2 novembre 2007 è compatibile con le foto del presunto passaggio di denaro. Per l’accusa è la prova che la testimonianza di Angelini regge. Il problema, sostiene la difesa, è che i dati della macchina fotografica sui quali Baldoni ha fatto la perizia possono essere modificati senza lasciare traccia. In aula l’avvocato Giandomenico Caiazza dimostra che basta un semplice software e un tecnico preparato (Angelini ne aveva uno a disposizione a Villa Pini) per alterare le date.
Da qui il dilemma: vale più una ricostruzione teorica o due testimonianze rese in giudizio? Ma c’è anche un altro aspetto che va considerato di quel giorno fatidico. Perché la procura non ha verificato se Del Turco era effettivamente presente a Collelongo? Dal rapporto dell’autista, depositato in Regione prima che partisse l’inchiesta, l’ex presidente della Regione a quell’ora era da tutta un’altra parte. Verificarlo avrebbe chiarito molti dubbi.

Ps.: Le riforme sulla sanità fatte dalla giunta Del Turco sono state recepite anche dalla successiva giunta Chiodi, di opposto colore politico. La sanità abruzzese ha il bilancio in attivo.