Giovanni Caprara, Corriere della Sera 24/07/2013, 24 luglio 2013
NOI SIAMO QUI (NEL TONDO)
Noi siamo qui, nel minuscolo, impercettibile puntino bianco-azzurro che emerge dal buio cosmico sotto gli anelli di Saturno. È la nostra Terra, distante 1,44 miliardi di chilometri. La Luna è solo una debolissima, invisibile protuberanza del minuscolo chiarore. Autrice del ritratto (qui a fianco) è la sonda Cassini della Nasa la quale, per la prima volta, ne ha organizzato la ripresa e la diffusione nel mondo attraverso Internet con la collaborazione di ventimila persone nei cinque continenti. Si voleva mostrare il pianeta della nostra vita da un altro corpo celeste del sistema solare, di certo il più affascinante ma non altrettanto ospitale.
L’immagine può suscitare un’impressione di solitudine, di fragilità, quasi di impotenza rispetto allo sconfinato universo nel quale la microscopica macchia bianca è immersa. In questo senso è certamente preziosa, per ristabilire i giusti rapporti tra l’uomo e il cosmo che spesso ci sfuggono. La Terra è un’astronave che corre nello spazio alla velocità di 29 chilometri al secondo, con tutti i suoi limiti e le debolezze che ci ostiniamo ad ignorare. E intanto, con il Sole, viaggia pure nella galassia.
Ma sul quel puntino bianco, oltre tre miliardi di anni fa, è nata la vita e su di esso abitano oggi sette miliardi di persone tutte col legittimo desiderio di migliorare la loro esistenza. Solo questo pensiero potrebbe far scorrere un brivido considerando l’infinita limitatezza delle flebile impronta luminosa. Però nello stesso tempo, l’immagine racconta una storia meravigliosa, quella dell’intelligenza umana capace di realizzarla.
La sonda Cassini arrivava intorno a Saturno nel 2004 dopo sette anni di viaggio e da allora indaga i misteri del pianeta inanellato e delle sue numerose lune. Su una di queste, Titano, ha lasciato cadere un piccolo disco robotizzato per studiare un ambiente simile alla Terra nelle sue iniziali condizioni pre-biotiche e cercare là indizi sul come la vita possa essersi accesa sul nostro globo. Cassini continuerà a compiere la missione di esploratore di uno spazio dove, per il momento, l’uomo non riesce ad arrivare ma aprendogli la strada per il futuro dopo aver imparato a costruire grandi e sicure navi cosmiche in cui sopravvivere. Il suo compito finirà nel 2017 quando la Nasa ha deciso di farla precipitare sul pianeta sfiorando prima gli anelli trasmettendoci sicuramente fotografie da fantascienza.
Ma l’impresa di Cassini, astronomo ligure, che riporta il nostro occhio verso casa, è frutto anche dell’intelligenza europea e italiana perché realizzata con le agenzie spaziali Esa ed Asi. Numerosi nostri scienziati e tecnologi hanno concepito e costruito gli strumenti con i quali la sonda scruta i remoti confini. E persino la straordinaria immagine è stata inviata con un’antenna nata nella Penisola. Una magnifica storia, dunque, di cui possiamo essere orgogliosi protagonisti.
Giovanni Caprara