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 2013  luglio 20 Sabato calendario

IL MONDO IN VASCA

L’anno scorso pareva un tap­po di champagne, spumeggiante finchè non si è annacquato nelle vasche di Londra. Ma Fa­bio Scozzoli non per caso era (è) tifoso di Filippo Inzaghi. Pra­tica l’Inzaghismo a tutto cam­po nello sport: indomito e indo­mabile. Lui ci mette anche un bel carattere. Oggi l’Italia si ag­grappa alla sua rana d’autore. Via ai mondiali di Barcellona, fra otto giorni Scozzoli in vasca per dire: dove eravamo rima­sti? All’amaro olimpico o al dol­ce degli argenti conquistati ai mondiali di Shanghai? Scozzo­li, spumeggiante o....
«Spumeggiante, sempre spu­meggiante. Se possibile anche di più. Finora la stagione è anda­ta bene: due volte sotto il minu­to, mai fatto negli anni scorsi prima della gare che contava­no».
Scozzoli, Cagnotto, Pellegri­ni: detti così ricordano tre delusioni olimpiche. A chi l’oscar?
«A me. Non ho scuse: stavo bene e mi sono mangiato la me­daglia. Federica aveva una cer­ta condizione: non c’era niente da recriminare. Tania ha perso non per demeriti suoi: le hanno rubato una medaglia. No, il peg­giore sono stato io».
Ha pensato spesso a quel bu­co nell’acqua?
«Certo, quante volte. Ma in modo propositivo: gli errori sono utili se ne fai tesoro».
A Shanghai fu argento, ora servirebbe salire...
«Il doppio argento (50 e 100 rana dnr.) fu fantastico. Ripeter­lo sarebbe un bel bottino. Ma non vado per arrivare secondo. C’è un bel gruppo di avversari, lotta dura: Van der Burgh, l’au­straliano Sprenger, due ameri­cani. Certo, se loro fanno un al­tro passo avanti nei tempi, mi accontenterò. Ma se rispettia­mo le prestazioni stagionali sono pronto a combattere».
Il nuoto si aggrappa a lei. Da Sidney 2000 ad oggi il movimento si è un po’ sgonfiato.
Non trova?
«Forse i successi degli anni di Sydney e Fukuoka hanno illuso l’Italia, poi ci sono i successi frutto di un fenomeno come la Pellegrini. L’Italia vive di que­sto. Ma parla la legge dei grandi numeri: gli americani sono tan­ti e creano dieci campioni. Noi molti meno e va bene quando ne esce uno. Però noi non sia­mo male nel rapporto quantità/qualità».
Vero, ma qualche errore....
«Ci siamo adagiati troppo nel­la direzione tecnica. Dopo Syd­ney c’è stata un po’ di presun­zione. Bisogna sempre guarda­re avanti, imparare, studiare gli altri. L’Italia è un po’ indietro nelle tecniche di allenamento, contano i particolari: partenza, virate... Io ho fatto una forza di questi punti grazie ad un allena­tore straniero. Per fortuna ades­so, anche in Italia, hanno capi­to e qualcosa sta cambiando».
Ma lei quest’anno lavora lon­tano dal suo tecnico straniero... Thomas Gyertyanffy sta a Verona e lei a Imola
«É servito: vedendoci meno c’è più voglia di ascoltarsi l’un l’altro e lui può veder meglio i miei errori. Eppoi c’era bisogno di un cambio dopo Londra. Se è vero che squadra che vince non si cambia, io ho fatto schi­fo».
Voi del nuoto vi state perden­do la Pellegrini. Federica quest’anno fa mezza vacan­za...
«Anche se in vacanza, rima­ne con Valentino Rossi l’atleta più conosciuta d’Italia. Vale è ri­masto Rossi pure quando ha avuto un calo. Federica non ha bisogno di vincere per essere se­guita, tutto fa notizia: sia che parlino del nuoto sia della sua vita privata: e a lei va bene così».
Chissà se tornerà al top?
«Quest’anno dirà la sua nel dorso: è competitiva, con un piccolo salto può arrivare al po­dio. Poi si è scelta il tecnico giu­sto, se andrà in Francia vedre­te... Conta la serenità: è tutto per tornare numero uno».
Si è lasciata con Magnini, ma lavorano insieme....
«Gli amori cominciano e fini­scono. Loro sono professioni­sti seri e sono da ammirare. Io non ce la farei».
Tolto Scozzoli, dica un no­me da medaglia: Pellegrini, Paltrinieri, Bianchi, Dotto, Magnini?
«Direi Rivolta. Matteo ha fat­to un salto di qualità nel delfino. Ha mentalità da vincente e un tempo quasi da podio. É ago­nista, non se la fa addosso. Un’altra fuori dagli schemi è Ila­ria Bianchi: ha la mentalità per vincere. L’anno scorso alle Olimpiadi è stata impressiona­te»
Quante medaglie?
«Direi 5-6. Ovviamente spero nelle mie».
Lei tifa Milan, che dice: pun­tiamo su Scozzoli o sul Mi­lan?
«Punterei su Scozzoli, salvo ri­manere con i piedi di balsa co­me dice la canzone di Elio».
Deluso dal rossonero?
«Sono allibito, nessuno vuo­le Robinho o Boateng: sembra che prendiamo bidoni. In dife­sa serve un centrale forte, non possiamo fidarci di Zapata e Mexes. Serve un centrocampi­sta: De Jong non è un fenome­no, a me piaceva Flamini che fa legna e l’hanno mandato via».
Tifa anche Rossi: è tornato...
«Speriamo che l’ultima vitto­ria non sia stata solo un exploit...».
Tifava anche Inzaghi....
«Io sono un Inzaghi. Anche di più. Non un fuoriclasse come la Pellegrini, sono costruito come Inzaghi: costanza e tenacia ti aiutano a migliorare. Mi piace gareggiare perchè allenarsi è una noia. Ma fino a Rio resiste­rò, poi cambierò qualcosa».
Inzaghi diventava matto sen­za il pallone, ora ha trovato un’altra dimensione...
«Credo sia l’unico modo per continuare a vivere emozioni. Io amo il nuoto e quando sarà il momento lo imiterò: passerò dall’altra parte».