Simona Verrazzo, Libero 21/7/2013, 21 luglio 2013
FALSI CIECHI ED EVASORI NELLE ISOLE GRECHE RIDONO DELLA MERKEL
La Grecia dei due volti: c’è quello – drammatico – delle città che protestano, a cominciare da Atene ma anche Salonicco e Patrasso, dove la popolazione scende in piazza per i tagli ai servizi della Pubblica amministrazione e i licenziamenti negli uffici statali decisi dal governo per ottenere gli aiuti della Troika, tra questi anche la fine e una nuova tv pubblica; e poi c’è quello delle isole, che vanno avanti come se niente fosse, come se il buco nero del debito pubblico ellenico non esistesse, forti dei milioni di turisti che ogni estate affollano le loro spiagge, ancora più piene in questi anni di crisi economica. E proprio per questa parte di Grecia la vita non è cambiata e mentre le città, vedi la capitale, sono costrette a tirare la cinghia, nell’arcipelago si continua a fare il solito: vivere sulle spalle dello Stato.
Un esempio clamoroso è quanto scoperto sull’isola di Kalymnos, o Calimno, a est del Dodecanneso. A seguito delle 152 ispezioni effettuate dall’Ika, la principale agenzia sulla sicurezza sociale del Paese, i due terzi dei ciechi hanno “riacquistato” la capacità di vedere, questo perché non vedenti o ipovedenti, come si dichiaravano, non lo erano invece affatto. In 100 casi, pari al 65,7 per cento del totale, sono risultati esenti da invalidità alla vista, quindi erano dei falsi invalidi ma con gli indennizzi di chi invalido è per davvero, pagati dallo Stato. È una delle tante truffe scoperte durante le ispezioni a tappeto avviate da Atene su sollecitazione della Troika (Banca centrale europea, Fondo Monetario Internazionale e Commissione europea) e che sono tra le condizioni di base imposte nei piani di risanamento e riforme economiche in cambio degli aiuti concessi al Paese.
Gli esempi non si contano: tra finti non vedenti, finti portatori di handicap o finti malati affetti da gravi problemi mentali, i falsi invalidi in Grecia sono un esercito, tanto che si stima che provochino una emorragia di indennità, accompagni e pensioni di invalidità pari a 500 milioni di euro l’anno. Da recenti controlli non è stata esentata neppure una delle isole più famose dell’arcipelago ellenico: Rodi, dove a fine giugno la percentuale di falsi ciechi era risultata del 7 per cento (9 casi su 125).
Il tema è uno dei più chiacchierati in questi giorni in Grecia, sia perché la Troika è tornata a chiedere nuovi tagli agli sprechi sia perché l’estate è il periodo d’oro per il turismo greco che vive soprattutto di mare: il quotidiano Kathimerini ha pubblicato i risultati di un rapporto del ministero delle Finanze sui controlli estivi della Guardia di Finanza (Sdoe), che parlavano proprio di livelli estremamente elevati di evasione fiscale sulle isole.
In base ai dati diffusi dal dicastero, le 1.088 ispezioni condotte dal 15 giugno al 15 luglio in ristoranti, bar, alberghi e locali notturni – presi d’assalto in questi mesi– hanno consentito di accertare che le isole di Rodi e Zakynthos (Zante) sono quelle in cui si registra la più alta percentuale di reati fiscali tra cui mancato pagamento dell’Iva, false dichiarazioni, falsificazione di ricevute o mancata tenuta dei libri contabili. Nel dettaglio: a Rodi l’evasione è risultata dell’84,62 per cento, mentre a Zante dell’80 per cento. Seguono Santorini, una delle isole più gettonate in estate considerata l’Ibiza greca, con il 77,14 per cento; poi Tinos con il 72,73, Paros con il 68,18 e Syros con 57,9 per cento degli evasori. In totale sono state contestate 2.473 violazioni a 538 tra società e negozi.
Nel tentativo di non far montare la rabbia tra la popolazione che invece si è vista, per esempio, tagliare le medicine di base, con un comunicato il ministro del Lavoro, Yiannis Vroutsis, ha assicurato che si procederà al recupero delle somme versate ai truffatori negli anni passati.