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 2013  luglio 20 Sabato calendario

OLINDO E ROSA PICCIONCINI: «CARA PESCIOLINA DAI CAPELLI RICCI»


Ormai lo chiamano il «Codice di Olindo», indecifrabile come la sua complessa personalità. La stele di Rosetta che può svelare i segreti degli scritti di Olindo Romano, uno dei due protagonisti della strage di Erba, uno degli omicidi più atroci di tutti i tempi, sta racchiusa nella sua mente.
Pagine e pagine di parole, rigorosamente scritte a mano e strani disegni che l’uomo dedica alla moglie Rosa Bazzi, con cui è accusato d’aver ucciso, l’11 dicembre 2006, Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la nonna del bimbo Paola Galli e la vicina di casa, Valeria Cherubini.
Olindo, che si trova rinchiuso ad Opera, passa il tempo a scrivere frasi che per molti appaiono senza senso, avvolte in un mistero che sta incuriosendo molti.
Ora Tgcom24rende note alcune delle lettere che Olindo ha inviato a uno dei rappresentanti del comitato «Rosa-Olindo: giustizia giusta», che da tempo si batte per veder riconosciuta la presunta innocenza dei due e che lavora a stretto contatto con gli avvocati dei coniugi, che si stanno avvalendo di periti di parte di alto livello (Francesco Bruno è uno di questi) per arrivare alla riapertura del processo.
Ci sarebbero infatti nuovi indizi e prove che farebbero pensare, almeno per i periti, che ad uccidere ad Erba ci fossero una o più persone diverse da Olindo e Rosa.
L’uomo, che sta scontando l’ergastolo, nelle lettere altrettanto misteriose, parla della moglie Rosa, reclusa a Bollate e che riesce a vedere tre venerdì al mese. Di lei dice: «Pesciolina con i capelli ricci, schiariti con delle sfumature sul biondo, leggermente abbronzata, con un trucco leggero ». Racconta poi della sua vita in carcere, delle ore passate in isolamento, nella cella in cui vive da 6 anni e delle sue sporadiche attività. «Ho ancora trenta piantine di pomodori da trapiantare» scrive, «il basilico, poi non so cos’altro. L’agente ortolano rimasto senza manodopera è nel panico. Settimana scorsa è venuto qui il vicecomandante. Mi diceva che lui e il direttore, se a me va ben, mi manderebbero, alcuni giorni a settimana, per qualche ora, al centro clinico, su base volontaria a fare un po’ il giardiniere. Va bene pur di uscire dallo sgabuzzino e andare un po’ in giro».
Racconta di aver sentito Rosa al telefono e di averla trovata «bene» e ancora delle tendine che la moglie ha cucito con le sue mani e che gli ha portato durante una delle visite. Parla poi dell’isolamento, degli appuntamenti coi medici e continua a inserire strane frasi che per molti restano indecifrabili. Messaggi chiave per la sua metà? Chissà, per ora non ci è dato saperlo. La verità resta racchiusa nella sua mente e, forse, in quella della sua «Pesciolina dai capelli ricci».