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 2013  luglio 22 Lunedì calendario

NORD E SUD DIVISI ANCHE DALL’USURA


È forte per le Pmi - ma ora anche per le società capitalizzate - il rischio di finire vittime dell’usura o dell’indebitamento patologico. Il perdurare della recessione economica, la drastica caduta della domanda interna, il razionamento dei finanziamenti da parte del sistema bancario non di rado le spinge - per sopravvivere - a rivolgersi al mercato parallelo, anomalo o illegale del credito. Anche su questo fronte l’Italia si divide in due, con un Sud più vulnerabile e un Nord complessivamente più "al riparo": è la fotografia che scaturisce dalla ricerca realizzata da Maurizio Fiasco per la Camera di commercio di Roma e che è stata la settimana scorsa presso la Direzione antiriciclaggio e antiusura del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Dalla graduatoria di sintesi (si veda la tabella a fianco), nelle prime 25 posizioni si notano province del Nord Est, della Lombardia, dell’Emilia Romagna e la toscana Siena. Quest’ultima tra l’altro – insieme con Ravenna, Piacenza e Reggio Emilia – appare nei gradini alti anche in tutte le classifiche sulle quali è costruita la "pagella" finale. Per arrivare infatti al ranking complessivo lo studio ha considerato quattro macro-aree, ciascuna basata su indicatori di particolare rilievo per la tenuta e lo sviluppo imprenditoriale: tra i parametri criminologici, ad esempio ci sono i reati di riciclaggio e le estorsioni; nei finanziari, le sofferenze bancarie e i finanziamenti accordati; nell’area sociale gli infortuni sul lavoro e l’indice di coerenza tra reddito e consumo; nel gruppo degli economici, i fallimenti e il tasso di disoccupazione.
Nella parte bassa della classifica, gli ultimi 25 posti risultano invece occupati esclusivamente da province meridionali, cui si aggiungono Frosinone e Latina, con Napoli, Caserta e Reggio Calabria a "chiudere". Anche la coda delle quattro classifiche di tappa rimane appannaggio delle stesse realtà.
Il confronto tra le due grandi lo "vince" Milano che si colloca al 35° posto, mentre Roma è al 59°: per entrambe però la ricerca evidenzia un peggioramento del grado di esposizione rispetto alla precedente edizione (dati del 2010).