Marco Belpoliti, La Stampa 22/7/2013, 22 luglio 2013
UN ANELLO GENIALE
Anche se molte delle cose di cui ci serviamo sono diventate immateriali, invisibili, o digitali, le chiavi continuano a essere uno strumento indispensabile per la nostra vita pratica. L’elenco di quelle che possediamo è ampio: casa, seconda casa, macchina, ufficio, cassetta della posta, lucchetto della bicicletta, ecc. Non si vedono in giro, salvo negli hotel, le nuove chiavi elettroniche, con password o mezzi d’identificazione personale.
L’oggetto che resta fondamentale per il loro uso è l’anello portachiavi. Si tratta di uno strumento che tutti usano, ma nessuno vede. È probabilmente il più umile oggetto che utilizziamo ogni giorno. Composto di un doppio giro in metallo, prodotto ingegneristico geniale, è costituito da una spirale d’acciaio con due spire chiuse una sull’altra; in apparenza sembra un anello chiuso, in realtà, come tutti sanno, si può aprire forzando la spirale, aprendola appena, per inserire una nuova chiave o estrarne una. Non presenta nessun meccanismo, né parti mobili, e la sua maggior qualità è l’elasticità. Gli studiosi di oggetti reputano che la tecnologia per realizzare l’anello a spirale sia stata prodotta centinaia di anni fa, mentre l’oggetto in uso oggi è più recente, ed è entrato nel mercato negli Anni Settanta del XX secolo sostituendo la catenella a pallini di metallo utilizzata sino a quel periodo. Non c’è oggetto che possa gareggiare con l’anello portachiavi per essenzialità e persino eleganza. Si trova in vendita nelle ferramenta a pochi centesimi, o al massimo a un euro, a seconda del tipo di metallo o della sua grandezza.
Quelli comunemente in circolazione contengono cinque o sei chiavi, cui, nel caso di mazzi più ampi, vengono agganciati altri anelli più piccoli. Nel tempo l’anello è diventato il supporto di gadget pubblicitari o turistici, souvenir e portachiavi promozionali, ma restando sempre quasi invisibile. Lo troviamo inserito nel moschettone in ottone d’origine marinara, di moda negli Anni Settanta e Ottanta, o in quello più tecnico usato in montagna che ancora si vede in giro. Come ha scritto un esperto di tecnologia, il piccolo e banale anello è il custode di una parte consistente della nostra vita, garantendo l’accesso sicuro a luoghi chiusi, dall’auto alla casa, dalla cantina al garage. In quanto oggetto di design non ha autore e rientra in quello che Munari definiva il design anonimo. Come molte altre cose importanti, non è coperto da copyright. Perfetto.