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 2013  luglio 22 Lunedì calendario

IN AULA 4 DECRETI. I DEPUTATI TEMONO LE MARATONE NOTTURNE

«Ho dormito tutto il giorno», confessa un deputato vicino a Letta, «perché abbiamo votato tutta la notte in commissione ed ero distrutto». Ecco, dopo la prima prova di giovedì scorso, sarà questo l’amaro calice che gli onorevoli dovranno trangugiare per mettere al riparo il governo da imboscate parlamentari: sedute notturne e votazioni a iosa. Raffica di fiducie in arrivo a Montecitorio, con annesse prove muscolari delle opposizioni già messe in conto.
Quattro decreti da varare entro il 9 agosto, quello del Fare, ecobonus, lavoro e giustizia; due settimane di tempo, con il rischio ostruzionismo alle porte. Per questo già i partiti di maggioranza prevedono che arriveranno quattro richieste di fiducia da parte del governo, con tutto quel che ne consegue. Esempio: oggi in aula parte la discussione generale sul decreto del Fare, centinaia di emendamenti pronti e quindi già martedì o mercoledì si potrebbe votare la prima fiducia. Il voto finale sul decreto come sempre sconterà la lunga trafila degli ordini del giorno.
Due conti: ogni deputato può parlare per 10 minuti su un singolo ordine del giorno e 10 minuti sulla dichiarazione di voto finale. Se lo facessero tutti e 108 i deputati 5Stelle, per 36 ore l’aula della Camera sarebbe bloccata, senza contare quel che faranno anche quelli di Lega, Sel e della maggioranza. Visto che la fiducia spazza via ogni emendamento di «bandiera» con cui gli onorevoli si fregiano nei rispettivi «territori» e gli ordini del giorno restano l’unica strada possibile. Malgrado ciò, il governo vorrebbe usare giovedì per far partire la discussione generale sul decreto ecobonus e il calendario d’aula fissa per venerdì l’avvio della discussione sul finanziamento ai partiti e sull’omofobia che da ieri è tornata sub judice. Tutte norme difficili da varare presto, anche perché la settimana prossima arriverà dal Senato il decreto sul lavoro e quello sulla giustizia voluto dalla Cancellieri sul sistema carcerario, che sconterà forse l’opposizione di Lega e Fratelli d’Italia. Ma se non bastasse, sono già arrivate giovedì dal Senato le riforme costituzionali con la modifica dell’articolo 138: che entro il 29 luglio andrebbero licenziate per l’aula in sole tre sedute della commissione Affari Costituzionali, già impegnata sul testo del finanziamento ai partiti. Si andrà avanti dunque con sedute notturne e tentativi di giungere ad una tregua con do ut des maggioranza-opposizioni. E se per caso il 3 agosto il Senato dovesse rimandare indietro il decreto del Fare riveduto e corretto, a quel punto la Camera dovrebbe fare i conti con un quinto voto di fiducia prima della pausa estiva...