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 2013  luglio 23 Martedì calendario

CORSERA, È TEMPO DI CASSA INTEGRAZIONE

In questi tempi di crisi dell’editoria, anche i giornalisti del Corriere della Sera affrontano il nodo della cassa integrazione (cig). Come in molti altri giornali in difficoltà, i redattori del quotidiano italiano più diffuso in Italia ed edito dal salotto buono dell’economia italiana (da Fiat a Intesa Sanpaolo) dovranno scendere a patti e affidarsi dal prossimo ottobre agli ammortizzatori sociali, prima di poter dare seguito all’accordo aziendale firmato con l’a.d. Pietro Scott Jovane che prevede 70 uscite spalmate nel prossimo quadriennio (fino al 2017).
A richiederlo è il ministero del lavoro che, prima di erogare i fondi per agevolare le uscite, vuole avere davanti a sé un piano concreto di risparmi sui costi del personale. Inoltre, al momento, le risorse per i prepensionamenti sono esaurite, quindi al Corriere della Sera hanno optato per una cassa integrazione a rotazione che interessi tutti e 350 i giornalisti in attesa che siano disponibili nuovi fondi. Dovrebbero iniziare a fare la cassa integrazione gli stessi membri del comitato di redazione (cdr, il sindacato interno dei giornalisti) e progressivamente si procederà a scaglioni, cercando di coinvolgere solo in un’ultima istanza i redattori con gli stipendi più bassi.
Il piano per la cassa integrazione riguarda l’intera redazione perché le uscite previste dall’accordo aziendale sono su base volontaria, di conseguenza la cig non può essere concentrata (come successo con altre testate) per accompagnare i soli colleghi in esubero (che in via Solferino ancora non si conoscono). Il piano andrà avanti così fino a quando non verranno stanziati i fondi (come già ipotizzato da ItaliaOggi del 20/4/2013). Nel biennio ottobre 2013-ottobre 2015 ci sono in calendario 37 uscite (di cui 12 pensionabili e i restanti 25 in prepensionamento volontario, con scivolo di cinque anni di contributi), mentre per il periodo 2016-2017 saranno 15 i pensionabili e 18 i prepensionabili.
Se poi non vorrà uscire nessuno dalla redazione, allora l’ipotesi prospettata è che ogni giornalista del quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli faccia una giornata a testa di cassa integrazione. Con un impatto tutto sommato contenuto, rispetto ad altri casi editoriali, e considerando che dall’organico di via Solferino ci sono state già alcune defezioni (a partire da Federico Fubini che è passato a Repubblica) e alcune richieste di aspettativa (come il vicedirettore Massimo Mucchetti, eletto al Senato tra le file del Pd). Su tutto l’impianto dell’accordo cdr-editore, comunque, non sono mancate le critiche come quella di Sebastiano Grasso, ex membro del cdr, che con una lettera del 16 luglio scorso ha chiesto di «rinegoziare le condizioni dell’accordo».
Ancora prima della cassa integrazione dal prossimo ottobre, però, la redazione del Corriere della Sera avrà un altro nodo da sciogliere: quello della riorganizzazione interna, proprio in vista del successivo ridimensionamento dell’organico. A settembre, infatti, sarà presentato un nuovo piano di lavoro con cui verranno modificati i desk che coordinano le redazioni, si cercherà una più stretta sinergia carta-web e verranno ridisegnati alcuni servizi.
Oggi, intanto, è il turno dei redattori della Gazzetta dello Sport per rimodulare il proprio piano aziendale di uscite.