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 2013  luglio 23 Martedì calendario

UN ENTE CHE DIFENDE I CITTADINI

La campagna elettorale in Germania (voto il 22 settembre) si svolge su temi sociali. Non sarebbe una novità, avviene ovunque, anche da noi. Tutti sono a favore dei pensionati, dei lavoratori, di una migliore sanità e sistema scolastico, bisogna favorire i giovani e non dimenticare gli anziani, guadagnare di più e pagare meno tasse.
Cose così, come potrebbe essere altrimenti? Soltanto che a Berlino non si dimenticano le cifre, e si spiega il «come», su cui noi preferiamo sorvolare. Destra e sinistra, verdi e liberali, senza dimenticare «Die Linke», l’estrema sinistra, sono grosso modo d’accordo su quali problemi bisogna risolvere, hanno idee diverse sulle priorità e sulle percentuali.
Ed Herr Ulrich Schneider non ha più un momento libero. Ospite assiduo di telegiornali e talk-show, lo chiamano tutti a consulto, dalla cancelliera al sindaco di un paese sconosciuto. Il suo record è di 120 interviste concesse in una settimana. Non è un esperto fiscale o economico, un manager di grande azienda o sindacalista, ma il presidente della Paritätische Verband, come dire l’associazione nazionale paritetica che si occupa di tutelare la parità di diritti delle diverse classi sociali, sempre dalla parte dei deboli ma senza cedere a un facile populismo. L’ente ha un comitato direttivo di 30 persone e 80 collaboratori, da sociologi, a religiosi, medici, economisti, ma gli iscritti sono oltre mezzo milione. È dalla base che giungono suggerimenti e denunce.
Un’invenzione velleitaria scaturita dalle utopie del ’68? Niente affatto, sta per compiere novant’anni, essendo nata nel 1924, ai tempi della Repubblica di Weimar. La forza della Germania sta anche in queste vecchie istituzioni, sopravvissute attraverso guerre e dittature di segno opposto, come lo Jugendamt, l’ufficio per la tutela dei giovani, che qualche anno fa osò togliere i bambini a una madre, per giunta italiana. Non fu creato dal nazista Goebbels, come scrisse certa nostra stampa, per cui le mamme hanno sempre ragione, ma risale alla Belle Epoque, prima della grande guerra. Ulrich Schneider, 55 anni, due figli, si occupa dei diritti dei normali cittadini. L’anno scorso le agenzie hanno citato 288 volte il suo nome, quasi una volta al giorno, a parte sabati e domenica, 66 volte i giornali nazionali gli hanno dedicato un articolo.
Abbastanza complicato spiegare come funziona il Verband. Ne fanno parte circa 10 mila organizzazioni che si occupano del sociale, dalla Croce Rossa alle associazioni dei genitori, o dei pensionati. Un gruppo di famiglie vuole aprire un kindergarten privato e trova ostacoli burocratici? Schneider interviene per dare il suo parere. I genitori non danno garanzie, o sono ostacolati dai burocrati? E le proposte fiscali dei verdi che vorrebbero stangare i ricchi non finiscono per punire la classe media? «Ho la fortuna di poter agire liberamente senza essere legato a questo o quel partito», dice il paladino della parità.
Portare l’aliquota massima al 49%, come propongono i Grünen, secondo lui è una mossa populista, perché colpisce comunque chi ha un reddito da lavoro, e non colpisce chi guadagna 2 milioni di euro con transazioni finanziarie. Guadagnare molto non è una colpa in sé, dipende dai metodi, e da come vengono poi impiegati i profitti.
Nonostante la frenetica attività, Schneider passa molto tempo con la famiglia, a Münster, in Westfalia, e non trascura la passione privata: suona la chitarra elettrica o il piano in una orchestrina rock. Da giovane aveva pensato seriamente di diventare un musicista professionista. Poi ha cominciato a dedicare qualche ora al telefono azzurro, e ha trovato la sua vera missione nella vita. «La Germania rischia di affogare nel denaro», ha denunciato, «siamo un paese ricco, il più ricco d’Europa, ma abbiamo milioni di poveri. Com’è possibile? La ricchezza è mal distribuita, e la distanza tra chi ha troppo e chi ha quasi niente continua ad aumentare». Nessuno soffre la fame, tutti hanno un alloggio, ma non basta: chi perde il lavoro, o non ha un’istruzione sufficiente per svolgere un’attività, chi è nato in una famiglia disagiata, non ha chance per cambiare. In Germania è povero chi non ha più speranze di poter migliorare.