Alessandra Nucci, ItaliaOggi 18/7/2013, 18 luglio 2013
Chris Sevier, avvocato trentaseienne del Tennessee, ha fatto causa alla Apple colpevole di non aver previsto filtri antipornografia nel browser Safari
Chris Sevier, avvocato trentaseienne del Tennessee, ha fatto causa alla Apple colpevole di non aver previsto filtri antipornografia nel browser Safari. Ciò ha provocato la sua dipendenza da roba a luci rosse e addirittura la fine del matrimonio. Scrive nell’esposto (cinquanta pagine) che tutto cominciò un giorno in cui cercava di collegarsi a Facebook.com ma, per sbaglio, finì su F***book.com, sito pornografico che «risvegliò la sua sensibilità biologica di maschio e portò a una dipendenza non voluta». Un’immagine dopo l’altra, in breve tempo «il ricorrente non riusciva più a distinguere fra la pornografia su internet e i rapporti sessuali tangibili, a causa del contenuto cui aveva accesso tramite i prodotti della Apple che non danno alcun preavviso dei pericoli della pornografia online». Così «il ricorrente cominciò a desiderare le ragazze più giovani che vedeva nei video porno, piuttosto che la moglie che non era più una ventenne». La donna lo mollò portandosi via il figlio. Richiesti 75mila dollari di danni.