Paolo Di Stefano, Corriere della Sera 18/7/2013, 18 luglio 2013
Roberto Rossellini all’inizio del 1957 partì per Bombay con il compito di girare una serie di documentari per il premier Nehru
Roberto Rossellini all’inizio del 1957 partì per Bombay con il compito di girare una serie di documentari per il premier Nehru. Un giorno gli presentarono Hari Dasgupta, documentarista ex assistente di Jean Renoir, e sua moglie Sonali, «alta, scura di pelle e con occhi da cerbiatta», i lunghi capelli sciolti sulle spalle e un ampio abito a coprire il corpo minuto. Colpito dalla bellezza e dai suoi enigmatici silenzi, cercò in tutti i modi di conquistarla: in sua presenza abbandonava l’abituale pigrizia e s’accendeva tutto. Scriveva un giornalista: «Non l’avevo mai visto così pieno di vita. Era il fascino incarnato. Era frizzante di energia. Non riusciva a stare fermo. Camminava su e giù agitando le braccia. La sua conversazione faceva scintille». Provò a farla capitolare offrendole di recitare in un suo film, ma Sonali non accettò. Allora Rossellini si fece di nuovo avanti chiedendole di fare da consulente alla sceneggiatura: spinta dal marito ambizioso, che sperava così di trarre vantaggi anche per sé, Sonali stavolta accettò. Cominciarono a vedersi tutti i pomeriggi: lui si faceva bello distribuendo mance generose ai ragazzini che lo rincorrevano ovunque, raccontando aneddoti, esibendo le conquiste famose, vantandosi della propria potenza sessuale. A un certo punto, però, il marito di lei s’ingelosì e incontrandolo gli gridò in faccia: «Sonali è innamorata di te, ci stiamo separando». Finchè una notte, infuriato, scaricò dall’auto la moglie proprio davanti all’albergo di Rossellini: lei gli si presentò alla porta chiedendo protezione. Per sei settimane restò chiusa nell’hotel circondato da fotografi e giornalisti. Hari Dasgupta iniziò una campagna pubblica contro il «re demone» italiano, chiese alla consorte di tornare a casa, minacciò violenze. Alla fine intervenne il primo ministro che concesse un passaporto per Parigi a Sonali, incinta, e non espulse Rossellini, come invece chiedeva l’opinione pubblica. Dopo un paio di settimane il regista arrivò a Orly, accolto dalla Bergman con baci plateali: mezz’ora dopo decisero il divorzio. A dicembre nacque Raffaella e Rossellini adottò Gil, figlio di Sonali (il primogenito della quale, però, restò in India col padre). Per un anno vissero nello studio di Cartier-Bresson.