Chiara Paolin, il Fatto Quotidiano 21/7/2013, 21 luglio 2013
CON LIBERO STAVO PER RIMETTERCI IO"
Vittorio Feltri conosce benissimo gli Angelucci. Ne parla con sereno distacco, come di parenti lontani che non vede da un po’: “Ho lavorato con loro per nove anni, da quando è nato Libero: mai nessun problema. Adesso leggo di tutte queste indagini, inchieste, truffe presunte. Ma come mai nessuno se ne era accorto prima?
La solita giustizia a orologeria?
Beh, qualche domanda bisognerà pur farsela. Per decenni la famiglia ha incassato milioni di rimborsi e tutto filava liscio. Poi la Regione Lazio comincia a non pagare. Poi le accuse e le indagini.
Qualcosa è cambiato?
Evidentemente sì.
Sarà il declino dell’apparato berlusconiano?
Il Cavaliere è accerchiato. E chi è sempre stato attorno a lui adesso paga prezzi assurdi. Vi rendete conto che Fede dovrebbe farsi sette anni di galera per aver presentato a Silvio qualche ragazzina? Roba da matti.
Chi ha goduto dei favori Pdl adesso ci rimette. E la crisi dei bilanci pubblici fa dimenticare vecchie amicizie.
Sicuro. Comunque Angelucci ha fatto una gran cazzata a candidarsi con Berlusconi.
Perché?
Nel 2000, quando l’ho conosciuto io, era già straricco. Non aveva niente da guadagnare stando alla Camera.
Qualche appoggio in più per espandere il business degli ospedali fuori dal Lazio: è roba che rende parecchio.
Ma insomma: se lo Stato, o la Regione, o la politica, decidono che il privato deve occuparsi di sanità, e firma contratti come ridere, mica è colpa del privato eh. Cretino è il soggetto pubblico, semmai.
Cretino o convinto di ottenere qualche ritorno personale.
Vabbè, in ogni caso gli Angelucci hanno fatto i loro interessi perché chi decideva lo ha permesso. Io ho visitato qualche struttura, mi hanno portato a vederle: belle cliniche, moderne, tutto a posto. Se adesso non vanno più bene, Zingaretti e gli altri cambieranno gli accordi.
Intanto i giudici indagano.
Vedremo.
E indagano anche sui fondi per l’editoria.
Eh, quella è una storia che conosco meglio. Quando nel 2010 mi hanno sospeso dall’Ordine dei Giornalisti per il caso Boffo, al Giornale non facevo più niente d’interessante. Allora ho preso in considerazione l’offerta di tornare a Libero: mi davano anche il 10 per cento della società.
Bell’incentivo.
Sembrava di sì. Invece poi saltò fuori la storia dei contributi, tutti quei milioni da restituire allo Stato: praticamente ce li dovevo mettere io, per la mia parte.
E quindi?
E quindi ho fatto retromarcia, sono rientrato al Giornale. Guadagnavo meno, ma non rischiavo niente.
Allora è vero che a stare con gli Angelucci qualcosa si rischia.
L’ho già detto: mai avuto problemi con loro. Basta sapersi comportare.