23 luglio 2013
Nicoletta Figini, 55 anni. Milanese, benestante, titolare di un negozio di telefonia, vedova da anni, un’intensa vita sociale e un’esistenza all’apparenza impeccabile, in realtà pare che si facesse di cocaina e per questo frequentasse anche gentaccia
Nicoletta Figini, 55 anni. Milanese, benestante, titolare di un negozio di telefonia, vedova da anni, un’intensa vita sociale e un’esistenza all’apparenza impeccabile, in realtà pare che si facesse di cocaina e per questo frequentasse anche gentaccia. Di recente, agli amici, aveva raccontato d’essersi fatta un amante che però per qualche ragione doveva tenere nascosta la loro relazione. L’altra notte qualcuno entrò con le chiavi nel portone del suo palazzo, raggiunse con l’ascensore il settimo piano, s’arrampicò sul tetto e con la corda che s’era portato appresso dal tetto, si calò sul terrazzo della Figini, scassò una grata con le tronchesi, si infilò dentro l’apppartamento dalla finestra della cucina e trovata la donna che dormiva sul suo letto in camicia da notte, le legò mani e piedi usando roba trovata in casa - lenzuola, cinture, un cavo usb - e le tappò la bocca con lo scotch tagliato con un paio di forbici prese in cucina. Quindì aprì tutti i cassetti, tutti gli armadi, rovistò ovunque in cerca qualcosa di preciso che forse trovò, e senza toccare cellulari e argenteria né tentare di aprire la cassaforte nascosta in uno degli armadi aperti, se ne andò lasciando socchiusa la porta di casa. La Figini, trovata cadavere qualche ora dopo. Ad ammazzarla, il nastro adesivo che le impediva di respirare. Notte tra giovedì 18 e venerdì 19 luglio in una casa al civico 4 di via Ramazzini a Milano.