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 2013  luglio 22 Lunedì calendario

Gli addetti e gli esperti di comunicazione in Vaticano non si contano più. Oltre a padre Federico Lombardi e all’elefantiaco quanto vacuo pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, in segreteria di Stato hanno chiamato l’anno scorso un giornalista americano a fare non si capisce bene che cosa, allo IOR c’è da qualche mese un addetto stampa tedesco, al pontificio consiglio della cultura c’è un giornalista che fa da spalla al cardinale Ravasi, e ora anche tra gli otto membri della neonata pontificia commissione sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, istituita il 18 luglio da papa Francesco con un chirografo, tra gli specialisti di economia, finanza e diritto fa capolino una esperta di comunicazione aziendale

Gli addetti e gli esperti di comunicazione in Vaticano non si contano più. Oltre a padre Federico Lombardi e all’elefantiaco quanto vacuo pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, in segreteria di Stato hanno chiamato l’anno scorso un giornalista americano a fare non si capisce bene che cosa, allo IOR c’è da qualche mese un addetto stampa tedesco, al pontificio consiglio della cultura c’è un giornalista che fa da spalla al cardinale Ravasi, e ora anche tra gli otto membri della neonata pontificia commissione sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, istituita il 18 luglio da papa Francesco con un chirografo, tra gli specialisti di economia, finanza e diritto fa capolino una esperta di comunicazione aziendale. Si chiama Francesca Immacolata Chaouqui, ha 30 anni, è nata in Calabria da madre italiana e da padre francese di origine egiziana, è sposata, alla Ernst & Young Italia si occupa di comunicazione e relazioni esterne e in precedenza ha lavorato presso lo studio legale Orrick, Herrington & Sutcliffe Italia. Fa parte di “Vedrò”, il think tank che fa capo ad Enrico Letta. Ed è iscritta alla FERPI, la Federazione relazioni pubbliche italiana che da anni si batte per fare approvare dal parlamento una legge per l’attività trasparente di lobbying. Si presenta così nella sua pagina su Twitter (vedi foto): “Vivo come se non avessi più tempo, amo, sorrido sempre, ogni tanto m’arrabbio, di notte scrivo. Felice”. Sempre su Twitter ha commentato entusiasta la sua nomina: “Il mio cuore, la mia fede, il mio impegno, la mia professionalità a servizio della Chiesa e del Santo Padre. Sempre”. Non con il papa, ma con il vescovo della diocesi calabrese di Rossano-Cariati, ha però avuto di recente un botta e risposta polemico. Il 27 maggio il “Corriere della Sera” ha pubblicato una sua lunga lettera. Sull’onda dell’omicidio di una giovanissima, avvenuto a Corigliano, Francesca Chaouqui tratteggiava della Calabria un profilo nerissimo, intriso di vizi atavici e opprimente soprattutto per le donne che vi abitano: una terra dalla quale le donne avrebbero solo da scappar via, come lei – scrive – ha già fatto. Le ha risposto tre giorni dopo sempre sul “Corriere”, con un’altra lunga lettera, il vescovo di Rossano-Cariati, Santo Marcianò: “Non conosco Francesca Chaouqui, né so quanto ella ha nel cuore e quale sia la sua esperienza, che in ogni caso rispetto. Ma non riconosco nelle sue parole quella che a me pare la verità profonda di questa terra e della sua gente. […] Sì, è vero: più che in altre parti d’Italia sono pochi quelli che restano, bisogna spesso emigrare per affermarsi, per trovare lavoro, non di rado per studiare. Ed è questa la piaga grande del Sud. Ma se i nostri giovani conquistano un ruolo fuori dal loro ambiente non è perché cambiano laddove arrivano ma perché portano lì ciò che sono e quanto hanno ricevuto qui, in questa terra che è la loro terra”. La prima riunione della neonata commissione pontificia è in programma dopo il ritorno del papa dal Brasile. Più che in Calabria, c’è da aspettarsi che Francesca Chaouqui creerà grattacapi in Vaticano, visto che cosa fa scrivere su Dagospia, di cui è informatrice assidua per quanto riguarda il “gossip” e i veleni curiali.