Aldo Grasso, Corriere della Sera 22/07/2013, 22 luglio 2013
LILIN, UN VOLTO DARK PER LA CULTURA IN TV
Già a leggere il titolo del programma ci sarebbe da inquietarsi, «Mankind. La storia secondo Italia1»: uno s’immagina subito una sorta di revisionismo in chiave pop (venerdì, ore 21.10). Invece l’idea, a dir poco ambiziosa, è quella di ricostruire la storia del genere umano, raccontandone per immagini alcune delle tappe più significative attraverso l’ormai classico strumento divulgativo della docu-fiction.
Le ricostruzioni filmate (già in onda con un’altra «confezione» su History Channel) si alternano agli interventi di professori esperti sul tema. C’è una spruzzata di storia culturale, un po’ di geografia politica, un assaggio di storia delle religioni. Per non farsi mancare niente si cita anche Jaques Le Goff, per spiegare le crociate. A unire i filmati c’è Nicolai Lilin, l’autore del romanzo Educazione siberiana , volto dark della divulgazione «culturale» di Italia1 dopo Fiammetta Cicogna.
Il problema più grosso di «Mankind» è però quello di un racconto «storico» costruito secondo la cifra della semplificazione: si passa senza soluzione di continuità da Gesù a Gorbaciov, dai Vichinghi alla via della seta, dai romani all’Isola di Pasqua. In accordo alla linea editoriale della rete, i filmati puntano tutto sull’adrenalina, a volte virando addirittura verso il pulp (s’indugia sui primi martiri cristiani dati in pasto alle belve). Alla profondità della ricostruzione storica si preferisce il sensazionalismo delle immagini e del racconto della voce over.
Per dire, San Paolo è trasformato in una specie di rock star, «un ragazzo appassionato e coraggioso». Le sue lettere? Non sono altro che gli antecedenti dei tweet della primavera araba. Tutti espedienti che sembrano fatti apposta per risvegliare l’attenzione di allievi distratti, impegnati in uno strampalato corso di recupero estivo.
Aldo Grasso