Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  luglio 21 Domenica calendario

L’ASSESSORE INDIGNATO SPECIALE TRA GELATI VIETATI E ALTA MODA

Aiuto, Milano è nelle mani degli indignati speciali! Le attività commerciali languono, solo il mercato dell’indignazione fiorisce. Com’è noto, piccati per un commento «improvvido» dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso («Non bisognerebbe concedere spazi simbolo della città a personaggi famosi e marchi vip che hanno rimediato condanne per fatti particolarmente odiosi in questo momento di crisi economica come l’evasione fiscale»), Dolce & Gabbana hanno chiuso i loro negozi. Tweet di fuoco, tre giorni di serrata, cartelli con la scritta «Chiuso per indignazione», comunicati stampa per spiegare di «essere stanchi delle diffamazioni che stanno togliendo serenità al nostro lavoro».
Dolce & Gabbana hanno esagerato: l’eleganza non è soltanto una maniera per confezionare vestiti, è anche una buona maniera per esprimere idee.
Ma vogliamo parlare dell’assessore D’Alfonso, portabandiera dei grandi indignati del popolo arancione? Come ha scritto Maurizio Giannattasio, D’Alfonso è l’uomo più vicino in giunta a Pisapia: «È il “retropensiero” della giunta (o almeno di una parte della giunta, sindaco in testa). Quello che non si può dire pubblicamente ma che è pensato privatamente».
Ex manager Fininvest, ex socialista, D’Alfonso entra con successo nel settore del mercato del turismo e del marketing turistico. Con alcuni soci, si occupa anche del settore ristorazione col marchio «Shri Ganesh». È il coordinatore e organizzatore  della Lista Milano Civica per Pisapia Sindaco (contro il candidato espresso dal Pd Stefano Boeri) e quando gli arancioni vincono, D’Alfonso diventa subito assessore al Commercio, Turismo e Marketing. Già noto per le gaffe delle salamelle e del gelato vietati a mezzanotte (e per il modo sprezzante con cui ha risposto ai cittadini), per le sparate contro Boeri, non disdegna le accuse di incapacità rivolte ai consiglieri di maggioranza (di cui fa parte) e se ne frega del garantismo. I maligni insinuano che il sindaco sia troppo sensibile all’invadenza dell’assessore: avanti così, facciamoci del male! Ex capitale morale d’Italia (senza più capitali e giù di morale), Milano si crogiola ora nell’indignazione, l’ultimo entusiasmo degli immoralisti.
Aldo Grasso