Claudio Marincola, Il Messaggero 21/7/2013, 21 luglio 2013
DALLA LAUREA ALLE LUNGUE, LE NUOVE REGOLE PER CANDIDARSI COL M5S
Che qualcosa sarebbe cambiato lo aveva lasciato intendere più volte il guru Casaleggio. Troppo facile. C’è chi è arrivato in Senato o alla Camera con poco più di 50 click. Le regole per candidarsi col Movimento 5 Stelle non sarebbero più state le stesse. Ed ecco allora che nel Movimento c’è chi ha iniziato a darsi da fare per stabilire i nuovi criteri. Andranno in vigore già nelle prossime Europee in programma nel maggio del 2014. I candidati non potranno più essere frutto di improvvisazione. Si potrà dovrà valutare online il curriculum di ognuno. Sarà richiesta la conoscenza di almeno 3 lingue. La laurea sarà titolo preferenziale. Non è escluso che ci possa essere anche un test finale per valutare il livello. Se non un concorso, quasi, dunque. «Vogliamo individuare personalità di alto livello che in questi ultimi mesi si sono avvicinate al nostro Movimento - spiega Ernesto Leone (detto Tino Tinazzi), figura storica dei 5 Stelle». Ma ne avete parlato con Grillo e Casaleggio? «Ci muoveremo sempre all’interno dello Statuto dove è concessa ampia libertà». Tinazzi è un ex manager ma soprattutto è uno dei fondatori del gruppo romano 878 al centro proprio in questi giorni di uno scontro furioso con le altre componenti del Movimento. All’878 fanno riferimento molti parlamentari, tra cui le senatrice Paola Taverna e i deputati Carla Ruocco e Alessandro Di Battista.
I GIUDICI
Ma il cambio di regole non riguarderà soltanto il reclutamento dei candidati per le prossime europee. «Il Movimento ha già fatto un salto di qualità ora deve farne un altro - riprende Tinazzi - la Rete può senz’altro dare un impulso. In questa seconda fase servono competenze di alto profilo in grado di sostenere il grande lavoro che stanno facendo i nostri parlamentari.C’è la massima libertà di condividere azioni e contatti e portarli in Rete». È successo che sbarcati in Transatlantico i grillini abbiano dovuto superare varie difficoltà di carattere tecnico e legislativo. «Abbiamo avuto una invasione di avvocati ma ci servono altre figure di riferimento. E su più campi, anche giudici. Vogliamo che all’azione di disturbo segua un’opera di ricostruzione per modificare a fondo il sistema». In questo conteso si inserisce la cena organizzata l’altra sera nel centro di Roma dal leader degli influencer Gianluca Bardelli con il giudice Sergio Santori presidente dell’Avcp, l’Authority per la vigilanza sui contratti pubblici, che qualche ora prima aveva presentato in Parlamento la relazione sugli appalti. Allo stesso tavolo erano sedute anche le senatrici Taverna e Catalfo. «Non facciamo lo stesso errore di Berlusconi - s’è sentito dire - se abbiamo qualcuno da mettere nelle istituzioni che contano (leggasi Corte Costituzionale, Csm e Corte dei Conti, ndr) facciamolo». E mentre Santori parlava qualcuno prendeva appunti.