Gian Luigi Paracchini, Corriere della Sera 20/7/2013, 20 luglio 2013
«Due cose m’hanno complicato la vita, il mio orribile accento ma soprattutto i capelli crespi», confessa Arianna Huffington, ex ambiziosa ragazza greca poi donna di successo, potere e perseveranza vista l’ineccepibile capigliatura liscio-vaporosa
«Due cose m’hanno complicato la vita, il mio orribile accento ma soprattutto i capelli crespi», confessa Arianna Huffington, ex ambiziosa ragazza greca poi donna di successo, potere e perseveranza vista l’ineccepibile capigliatura liscio-vaporosa. In vena di confidenze ma ispirata pure da un cachet di 60 mila dollari, la fondatrice dell’omonimo notiziario online parla agli imprenditori di Cosmoprof, la rassegna cosmetica più importante del mondo, per l’occasione in trasferta dall’abituale sede di Bologna Fiere alla torrida Las Vegas. Parla cioè a gente che sa bene quanto radicata sia, in particolare fra le americane, l’ossessione d’una pettinatura ondeggiante, quanto mai indesiderabile secondo gli ultimi canoni seduttivi. Non è quindi un caso che negli stand dei 900 espositori di 40 Paesi (con l’interessante esordio di Pakistan e Turchia) domini tutto ciò possa spianare chiome cespugliose e irte di cactus in liscissime highway. E cioè montagne di shampoo (anche all’aglio ma non odoroso), olii, balsami senza esclusione di botulino e acido ialuronico sostanze già diversamente liscianti e ampiamente praticate, oltre a spazzole di ceramica e fon ultra-tecno quando è il momento di passare alle maniere forti. Minuziose coccole pilifere che significano 54 dei 186,6 milioni di euro che gli americani hanno volentieri speso nel 2012 in prodotti cosmetici italiani. Ma Cosmoprof è ovviamente molto di più, un contenitore che raccoglie il completo catalogo cosmetico (creme dalla testa ai piedi), accessori di tutti i tipi, dalle limette per unghie alle poltrone per parrucchiere-estetista, per non parlare dei contenitori ed è noto quanto sia strategico il packaging al momento dell’acquisto. I prodotti? In gran parte con ingredienti ed essenze che sono sempre più un inno alla natura ma anche alla gastronomia: alghe, agrumi, cacao, riso, miele, semi di quinoa, caviale, liquerizia, pepe nero, zucchero filato. Natura che anche negli aspetti inquietanti, come nel caso dei veleni di vipere e api, è diventata amicale per via dei buoni risultati nello stirare (a tempo determinato) rughe formato canyon. Così al Mandalay Bay, hotel-cittadella amato dai cultori della vodka per il Red Square, locale con iconica statua di Lenin decapitato e popolatissimo in questi giorni per l’ultimo musical su Michael Jackson, pure la Fiera esportata da Bologna è diventata attrazione: per il business e per presenze di più o meno levigate testimonial del settore come Dita Von Teese e Pamela Anderson. E pazienza se le grandi multinazionali del campo hanno ormai deciso da qualche tempo di marciare da sole: in compenso sono aumentate le presenze di piccole e medie aziende. A novembre Cosmoprof si sposterà a Hong Kong e anche se è scontato che sul fronte-capelli bisognerà voltare pagina visto che le donne orientali detestano, al contrario delle americane, i loro capelli dritti a aspirano a qualsiasi aggeggio-pozione li movimenti, ci si aspetta un’altra trasferta d’oro. Ma quello delle tournée estere è una laurea non una strategia. «Il nostro primo scopo — conferma il presidente Duccio Campagnoli — resta quello d’internazionalizzare sempre più l’appuntamento bolognese. Come il Salone del Mobile, Cosmoprof ha ormai un’identità globalizzata: non a caso la presenza straniera ha già superato quella italiana». D’altra parte se la Fiera richiama, pure il settore fa traino perché, come ricorda Fabio Rossello, responsabile di Cosmetica Italia (sorta di Confindustria della cosmesi) «il 65% del make up mondiale viene prodotto da aziende italiane». E in tutto questo l?uomo che parte ha? Una preda ambita dai produttori anche soltanto per quando entra in bagno al mattino consumando shampoo-lozione, sapone, schiuma da barba, deodorante, crema corpo, idratante per il viso e le classiche due gocce di profumo sul polso. Averne di clienti così. Gian Luigi Paracchini