Paolo Valentino, Corriere della Sera 8/7/2013, 8 luglio 2013
Escono le memorie postume di Ava Gardner, The Secret Conversations, trascrizione fedele delle conversazioni notturne della diva con l’ex corrispondente del Daily Express Peter Evans, deceduto nel 2012 poco dopo aver completato il libro
Escono le memorie postume di Ava Gardner, The Secret Conversations, trascrizione fedele delle conversazioni notturne della diva con l’ex corrispondente del Daily Express Peter Evans, deceduto nel 2012 poco dopo aver completato il libro. Humprey Bogart era «un bastardo», Aristotele Onassis «un piccolo stronzo allupato» che cercò in tutti i modi di conquistarla anche se per lei restò sempre «un primitivo con lo yacht»: «Provava continuamente a stupirmi, ma io stupivo lui». Fu sulla nave del miliardario greco che Ava Gardner incontrò Winston Churchill, col quale condivise una memorabile sbronza. Del primo marito, l’attore Mickey Rooney, sposato nel 1942 a 19 anni, racconta il vorace appetito sessuale, ma anche la latente pedofilia: lo lasciò dopo un anno, quando scoprì che aveva fra le sue amanti una quindicenne. Poi fu il turno del jazzista Artie Shaw, un «prepotente» che le fece dare lezioni di scacchi da un maestro, salvo poi innervosirsi fino a diventare violento quando lei diventò più brava. Terzo e ultimo matrimonio con Frank Sinatra, «un dio arrogante, che puzzava di sesso»: sei anni, dal 1951 al 1957 finiti con la fuga di lei in Spagna e il nuovo amore per Hemingway. Questi la portò alle corride e lei s’innamorò del torero Dominguín. Poi fu la volta del miliardario Hughes («un razzista puzzolente»); del regista John Huston («lo adoravo, mi manca, nessuno mi conosceva come lui»); dell’attore Robert Mitchum che le fece fumare una canna di hashish, e perfino (ma uscirono insieme una sola volta) del mafioso Bugsy Siegel.