Mara Accettura, D la Repubblica 13/7/2013, 13 luglio 2013
ADORABILI INFEDELI
Un’attenzione maniacale al fitness, cellulari che lampeggiano durante la notte, un “like” sospetto su facebook, una nuova posizione sessuale, biglietti aerei per destinazioni tutt’altro che lavorative... E un giorno la scoperta: c’è un altro o un’altra.
Sebbene non esistano statistiche definitive (secondo l’Associazione matrimonialisti italiani avviene nel 50 per cento dei matrimoni) nelle relazioni di lungo corso l’infedeltà è piuttosto comune ed è una delle cause più frequenti di separazione. E se fino a qualche tempo fa riguardava soprattutto gli uomini, oggi almeno nel 45 per cento dei casi riguarda le donne, perché sono aumentate le opportunità per mantenere contatti attraverso il lavoro o i social network. I motivi? Ci si vuole sentire connessi, speciali, perennemente eccitati. «Chiediamo al partner di partecipare alla nostra realizzazione e di essere contemporaneamente amico, compagno, amante, genitore: competenze e aspettative impossibili da soddisfare che prima, in una società meno disgregata, venivano ripartite tra famiglie allargate e amici», dice lo psichiatra Scott Haltzman, autore di The Secrets of Surviving Infidelity, manuale per sopravvivere all’infedeltà appena pubblicato dalla John Hopkins University Press.
Ma c’è anche un altro fattore: la confusione su quello di cui abbiamo bisogno. «Più scelte abbiamo nella vita e più siamo infelici. Se in un ristorante ci danno un menu con poche alternative saremo più contenti della nostra scelta, molto di più che se dovessimo agonizzare tra molte. Troppe scelte fanno sì che rimpiangiamo quello che non abbiamo avuto e ci rende compulsivi nel cercare qualcosa di meglio ad ogni opportunità».
È facile che tutto questo contribuisca a un senso perenne di scontentezza coniugale. «In media ci si mette sette anni per rivolgersi a un esperto. Spesso si permette alla vita amorosa di ristagnare sperando che un giorno migliorerà da sola. Alcuni non sanno quanto bisogna essere infelici prima di mollare tutto. Altri non possono permettersi il costo del divorzio o sono riluttanti a esporre i bambini a cambi violenti. Una storia extra offre una scappatoia temporanea. Sembra la risposta più facile», dice Kate Figes, counselor matrimoniale, autrice di Our Cheating Hearts: Love, Loyalty, Lust and Lies, anche questo fresco di stampa.
Ma l’infedeltà attacca un bisogno umano essenziale: sentirsi speciali per un altro essere umano. E i sintomi di chi scopre di essere stato tradito somigliano a quelli della sindrome da stress post traumatico. Perché dovremmo tornare insieme a qualcuno che ci ha tradito? «Perché siamo umani e sbagliamo», dice Haltzman. «Le coppie che sopravvivono alle infedeltà alla fine riconoscono che il traditore è più complicato di quello che ha commesso. Certo, è una decisione che deve prendere il singolo. Ma i matrimoni sono relazioni complesse: ci sono molte ragioni per cui il 50 per cento dei traditi continua a stare insieme. Oltre l’amore, che è importante, c’è la mancanza di indipendenza economica, obblighi nei confronti dei figli, paura della solitudine, nessun posto dove andare. In più molti di quelli che si separano dopo un tradimento arrivano a rimpiangere quella decisione e le statistiche dicono che non sono più felici col secondo o col terzo matrimonio».