Luca Fornovo, la Stampa 18/7/2013, 18 luglio 2013
COSÌ FIGLI E AMICI HANNO SVUOTATO LE CASSE DELLE ASSICURAZIONITORINO
C’ erano le operazioni finanziarie e quel fiume di denaro che sembrava non finire mai, grazie ai maxi-dividendi e alle bolle immobiliari gonfiate ad arte dal re del mattone, Salvatore Ligresti. Infine la dolce vita dei figli Jonella, Giulia e Paolo, circondati da una “corte” di 32 persone, tra cui 11 undici segretarie e nove autisti. Una vita da principi fatta di passione per i cavalli, 23 auto di lusso, consulenze favolose, appartamenti gratis, vacanze nelle spiagge più belle della Sardegna, investimenti fallimentari negli alberghi, nella moda e nei locali vip di Milano.
Una dolce vita di cui spesso, va detto, beneficiavano anche gli Amici, tra cui la famiglia La Russa, e i manager del gruppo. È grazie a questo intreccio diabolico che una delle famiglie più potenti d’Italia è riuscita a prosciugare gran parte delle casse delle assicurazioni Fondiaria Sai e Milano, di cui era proprietaria fino a mandare in malora il secondo colosso assicurativo e a dilapidare le sue stesse fortune.
Finanza spericolata Dalle carte dell’inchiesta di guardia di finanza e procura di Torino, emerge come per esempio dal 2002 al 2009 Fonsai abbia distribuito la somma di 253 milioni di euro alla Premafin, la holding dei Ligresti. Un flusso di dividendi che è potuto arrivare alla famiglia grazie alla costante sottovalutazione della riserva sinistri all’interno della Fondiaria, resa possibile da dirigenti compiacenti. E la manna delle cedole continuava ad arrivare ai Ligresti anche nel 2009: 18,7 milioni anche se gli utili della compagnie assicurative erano ormai piuttosto modesti (40 milioni per FonSai e 13 per la Milano).
Immobili chiacchierati Secondo gli inquirenti, i Ligresti hanno spolpato Fonsai anche con bolle immobiliari fatte scoppiare nella compagnia dagli stessi padroni di casa. I Ligresti riuscivano a vendere aree edificabili a Fonsai col meccanismo della «vendita di cosa futura» (cioè, l’immobile da realizzare) con un acconto sul prezzo gonfiato, per un’opera ancora da costruire. Poi i costi di realizzazione lievitavano del 15-20% e i soldi riempivano le casse della famiglia vuotando quelle dell’assicurazione.
L’operazione più chiacchierata è su «Atahotels», società degli alberghi guidata per un periodo da Paolo Ligresti, in difficoltà e con prospettive pure peggiori. Nonostante questo, è stata acquistata nel 2009 da Fonsai, che si è ritrovata in due anni a gestire un buco che è balzato da 12 a 36 milioni. Ci sono, poi, varie operazioni, come quella di via Formentini a Roma, con firma per la costruzione di immobili entro il 2006, ma ancora da ultimare nel 2011, nonostante la spesa di 100 milioni, quasi il 15% in più di quanto previsto. O il «progetto fotocopia» di via Confalonieri, a Milano (quasi 110 milioni di lavori, contro una stima di 88). Poi ci sono altre chicche più piccole (si fa per dire) come «San Pancrazio Parmense», un progetto da quasi 47 milioni, con 23 già sborsati per lavori in alto mare.
Generosità e sprechi A dare l’esempio ai figli di come “vampirizzare” un’assicurazione è stato lo stesso patron, Don Salvatore, che tra il 2003 e il 2010 si è visto attribuire 42 milioni di compensi da FonSai per consulenze, molte delle quali riguardavano operazioni immobiliari che poi non si sono rivelate un gran affare per la compagnia . Mentre la passione di Jonella per i cavalli è costata 4,8 milioni a FonSai per le sponsorizzazioni di Laità, società dei Ligresti proprietaria del purosangue Toulon. Altri milioni è costata a Fonsai l’avventura di Giulia nelle borse Gilli. Ma generosità e sprechi dei Ligresti si estendevano anche ai manager: lo scorso anno Fonsai ha speso più di 15 milioni per pagare stipendi e consulenze a consiglieri, sindaci e dirigenti. Tutto ciò mentre il bilancio veniva chiuso in profondo rosso per 800 milioni e dopo una ricapitalizzazione da 1,1 miliardi, necessaria a salvare la compagnia. Tra i manager svetta Piergiorgio Peluso, ex dg di Fonsai e ora dg di Telecom, uscito a settembre con 3,83 milioni, guadagnando anche di più dei tre fratelli Ligresti.
Ora in tutto ammonta a oltre 160 milioni di euro il conto dello spoglio perpetrato dai Ligresti che le compagnie assicurative hanno presentato a Salvatore, Jonella, Giulia e Paolo, contro i quali gli azionisti di Fonsai e Milano hanno già votato una prima azione di responsabilità e si apprestano ad approvarne una seconda a fine mese.