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 2013  luglio 18 Giovedì calendario

CAVALLI, BORSE E APPARTAMENTI DI LUSSO PER GLI HOBBY DEI FIGLI CONTO DA RECORD

MILANO — Cavalli, borsette assicurate, appartamenti di lusso da affittare per soggiorni a sette stelle. Tutto finanziato, sponsorizzato, incentivato, in una parola pagato dagli azionisti di minoranza Fonsai, per ben 7,4 milioni. Ma nonostante ciò, rigorosamente in perdita: le società dei tre fratelli Ligresti infatti hanno perso complessivamente 13 milioni di euro, dal 2001 al 2011.
Di passioni i fratelli ne avevano parecchie e, in genere, costose. La “creativa” del gruppo è sicuramente Giulia. Stilista e designer, ma con un discreto senso degli affari: la trovata delle borsette assicurate (dal furto) porta via vari quattrini dalle casse di Fonsai ma ufficialmente il progetto si chiama Co-marketing Gilli/Fondiaria (quasi un milione in tre anni). Non solo, visto che c’erano, la compagnia di assicurazioni ha comprato sempre da Gilli agende, pelletteria ed accessori, da utilizzare durante convention o particolari ricorrenze. Attività collaterale, ma altrettanto remunerativa, quella di Gilli communication, che tra il 2008 e il 2010 ha fornito attività di consulenza per realizzare campagne pubblicitarie (1,7 milioni solo nel 2010) delle compagnie di assicurazioni (tutto rigorosamente con operazioni con parti correlate, quindi) e visto che c’era in un caso anche per Ata Hotel.
Pubblicità e forme di marketing incrociato anche per Jonella. O per meglio dire per la società di famiglia, Laità, che per oggetto sociale possedeva purosangue. Cavallerizza provetta, anche nei momenti peggiori della crisi del gruppo assicurativo Jonella ha rivolto spesso messaggi affettuosi al suo Toulon, via Facebook. Il cavallo, pagato grazie ai contratti di leasing forniti da Unicredit (insieme agli altri tre cavalli, 6,1 milioni), ha concesso alle assicurazioni del gruppo lo status di “sponsor principale”; ovviamente tutti ben remunerati (4,76 milioni dal 2003 in poi) e qualche volta coincidenti dal punto di vista cronologico, da parte di Fonsai ma anche di Auto presto & bene spa (sempre del gruppo).
La passione per il mattone è invece transitata da don Salvatore al figlio Paolo Gioacchino, che ad esempio nel 2007 ha incassato un bonus “una tantum” (da 2 milioni) per “la gestione del patrimonio immobiliare della compagnia”: un passaggio che, alla luce dei disastri di Ata Hotel sembra quasi ironico. Sempre nel settore, Paolo ci riprova anche con un’attività di B&B di extra-lusso a Firenze: in tutto, 11 suite di proprietà di Fonsai che Platinhome prende in affitto: nel 2009 per i primi quattro appartamenti il canone è zero. L’anno successivo, invece, viene fissato in soli 18mila euro. Poi, nell’ottobre 2010, la compagnia affitta alla società altre sette suite, sempre a condizioni di favore. Ma tutto ciò non basta perché a fine 2011, dopo tre esercizi in rosso, la società ha un patrimonio netto negativo.