Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  luglio 18 Giovedì calendario

NUNZIA, LA FEDELISSIMA DI BERLUSCONI

Non solo, con i suoi 37 anni, la pidiellina, Nunzia De Girolamo, è il più giovane ministro del governo Letta, ma anche quello che ha fatto la carriera politica più rapida.
Ancora sei anni fa, l’attuale ministro dell’Agricoltura, era un avvocatino beneventano. Un giorno del 2007, andò però a Napoli per una manifestazione di Forza Italia. Cercò con gli occhi il Cav e lo vide circondato da una siepe di fan.
Senza scoraggiarsi, Nunzia, che con i tacchi sfiora il metro e ottanta, fece il possibile per farsi notare oltre la muraglia umana. Quando captò lo sguardo del capo, gli allungò un pupazzo nel quale aveva spillato un biglietto con il nome e numero di telefono.
Leggenda vuole che sia nata così la sua amicizia con Berlusconi. Il quale, colpito in pari modo da avvenenza e intraprendenza, la prese sotto l’ala. Quello stesso anno, De Girolamo divenne coordinatrice del partito a Benevento e l’anno dopo, 2008, era già parlamentare.
Il temperamento di Nunzia è leggendario. Non molla finché non ottiene. Nel Pdl è nota per le irruzioni. Se deve parlare col Cav, piomba a Palazzo Grazioli e, scansata la scorta, lo prende di petto mentre scende dall’auto.
Ne sa qualcosa anche Denis Verdini, il coordinatore Pdl, che ne teme gli assedi, il coinvolgimento in discussioni e, soprattutto, la pretesa di avere ragione. Tale il terrore che, per liberarsene, spesso gliele dà vinte. In questo modo, Nunzia si è liberata degli avversari interni.
La foga, che è anche di tipo ciarliero, la predispone a quella parola di troppo che si traduce in topiche. La più nota le scappò in tivù da Michele Santoro. Parlò infatti della lontra, dicendo che era un uccello. Tutti sanno che è invece un mustelide, come tassi, donnole e faine.
Quando si è insediata alle Politiche agricole la gaffe è stata polemicamente riesumata per indicare che era inadatta al ruolo ignorando l’abc del mondo animale. Nunzia replicò che era invece adattissima perché proviene da una famiglia di agricoltori. Circostanza vera alla quale si può aggiungere che il padre, Nicola, è da anni il direttore del Consorzio agrario di Benevento.
D’altronde, la graziosa Nunzia potrebbe, a propria scusante, ricordare che anche un suo predecessore, il verde Alfonso Pecoraro Scanio, visitando una fattoria si fermò davanti a un toro e disse: «Bella mucca».
De Girolamo divenne nota il giorno stesso in cui entrò in parlamento e Berlusconi pronunciò il discorso di insediamento del suo quarto governo. Mentre sedeva in Aula al fianco della graziosa Gabriella Giammanco per ascoltare il dibattito innescato dalle dichiarazioni, un commesso recapitò un biglietto del premier indirizzato a entrambe. Il Cav scriveva: «Gabri, Nunzia, grazie per restare, ma non è necessario. Se avete qualche invito galante per colazione, vi autorizzo ad andare. Molti baci a tutte e due. Il presidente». Estasiate le palombelle risposero: «Caro e dolce presidente, gli inviti galanti li accettiamo solo da lei». L’indomani il carteggio era su tutti i giornali e la fama di De Girolamo oltrepassò il Sannio natio.
Nunzia è ministro per diverse ragioni. Da un lato, è una fedelissima del Cav, più degli altri componenti della squadra ministeriale pidiellina (Alfano, Quagliariello, Lupi, Lorenzin). Dall’altro, ha un legame personale con il premier, Enrico Letta. In primo luogo, perché aderisce già da anni alla sua fondazione VeDrò, che è un po’ come appartenere allo stesso club. Ma soprattutto, perché è moglie di Francesco Boccia, seguace numero uno della corrente tecnocratica e neo Dc di cui Letta nipote è leader.
La storia sentimentale tra Nunzia e Francesco è nota perché fece scalpore. Erano infatti innamorati, ma di schieramenti opposti, il che negli ultimi 20 anni significava gli uni contro gli altri armati (nella Prima Repubblica gli amori politici meticci erano diffusi e quieti).
La relazione suscitò psicodrammi. Si dice che il Cav sia intervenuto di persona dicendo a Nunzia: «O tu passi nel Pd o lui nel Pdl». Temeva che, presa d’amore, Nunzia rivelasse al moroso - pezzo grosso del Pd - segreti e strategie del partito. Dicono che, seccata dal pressing, Nunzia sia un giorno sbottata: «A me nel Pd farebbero ponti d’oro».
Per fortuna, le cose si appianarono e i due si sono sposati nel 2011. Oggi, hanno una bimba, Gea, di un anno. Il matrimonio funziona con un pizzico di pepe. Dei due, lui è il pacioso: «Stando insieme vorremmo rappresentare il bisogno di pacificazione». Lei lo tiene invece sulla corda: «Controllate l’Auditel. Al contrario di me, Francesco abbassa gli ascolti».
L’atto “ideologicamente” più rilevante di De Girolamo ministro è la reiterazione del divieto di coltivare Ogm. Così, si è ingraziata verdi, ecologisti, vendoliani. Ha deluso Confagricoltura, vicina al Pdl, e i liberisti del suo partito che detestano queste irruzioni dello Stato contro la libertà d’impresa.
Un giorno se la dovrà vedere con i tribunali Ue che condannano gli interventi anti Ogm. Ci si chiede perché segua le orme passatiste di Pecoraro Scanio.
Ma distratto da ben altro, il Cav tace. E finché tace, Nunzia è a posto.