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 2013  luglio 18 Giovedì calendario

PORNODIPENDENTE SFIDA APPLE

Un avvocato del Tennessee, Chris Sevier, 36, ha intentato una causa contro la Apple, l’azienda attualmente più fiorente e liquida del mondo, per aver trascurato di installare un filtro antipornografia sul suo browser Safari. Tale omissione lo avrebbe fatto incappare involontariamente in un sito porno, provocando la sua discesa nella spirale dell’immoralità sessuale, con conseguenze gravi sulla qualità della sua vita, compresa la fine del suo matrimonio.
Nell’esposto di 50 pagine presentato alla Corte suprema del Tennessee, il legale ha accusato la Apple di favorire indirettamente anche il traffico sessuale e la proliferazione della pubblicità di stimolanti come il viagra in tv a tarda sera.
Tutto cominciò un giorno in cui Sevier cercava di collegarsi a Facebook.com ma, per sbaglio, la tastiera lo portò su F***book.com, un sito pornografico che «risvegliò la sua sensibilità biologica di maschio e portò a una dipendenza non voluta».
Un’immagine tira l’altra ed entro breve «il ricorrente non riusciva più a distinguere fra la pornografia su internet e i rapporti sessuali tangibili, a causa del contenuto cui aveva accesso tramite i prodotti della Apple che non danno alcun preavviso dei pericoli della pornografia online».
Ciò naturalmente provocò problemi in casa: «Il ricorrente cominciò a desiderare le ragazze più giovani che vedeva nei video porno, piuttosto che la moglie che non era più una ventenne». La moglie se ne andò, portandosi via il figlio.
Di qui la richiesta di Sevier per danni non inferiori ai 75 mila dollari. Ma l’avvocato insiste anche perché Apple installi filtri su tutti i suoi prodotti, spostando l’onere derivante dalla presenza del porno online dalle spalle dei genitori e di chi non vuole trovarsi invischiato, alle spalle di chi la pornografia la vuole.
«La pornografia crea dipendenza ed è velenosa», ha scritto Sevier, che la paragona alle sigarette e addirittura alle droghe pesanti. Oltre a produrre «vergogna, depressione, la ricerca di sensazioni, la mercificazione delle donne, le immagini porno facilmente accessibili avvelenano il cuore portando alla dipendenza dall’eccitazione, sindrome da deficit di attenzione e atteggiamenti asociali che rovinano la qualità della vita a spese di tutti. Il contenuto che ci mettiamo davanti agli occhi ha un effetto velenoso cumulativo che devasta l’anima» anche se è «giustamente legale».
«È in ballo il cuore umano», ha continuato Sevier, «la pornografia sul www è una epidemia internazionale» che sta riprogrammando i cervelli dei maschi. «Il sesso basato sulla lussuria suscitata dalla fuga dalla realtà produce danni al cervello simili a quelli dell’eroina e spesso finisce in gravidanze indesiderate, problemi con la libido, l’attrazione alla depravazione, l’erosione della famiglia e l’infedeltà. I pedofili e i consumatori di prostitute, quasi tutti maschi, non cominciarono subito così, quasi tutti ci sono arrivati guardando la pornografia».