Marco de Martino, Il Messaggero 18/7/2013, 18 luglio 2013
LA NUOVA VITA DI ROGER
Buone notizie per il miliardo e passa di tifosi di Roger Federer, quelli che lo venerano ogni giorno vestendosi come lui, imitando i suoi colpi (insomma) e giocando con la sua racchetta. Da domani sicuramente il loro rendimento migliorerà un po’, visto che anche Sua Fluidità si è finalmente inchinato all’età che avanza e agli aiuti delle nuove soluzioni hi-tech cambiando la sua magica ma ormai obsoleta Wilson con un nuovo prototipo della stessa marca più adeguato ai tempi. Così, in un radioso pomeriggio tedesco, ieri il più forte numero 5 del mondo di tutti i tempi ha battuto sul centrale di Amburgo lo spilungone tedesco Brands 3-6 6-3 6-2 manovrando con maestria un attrezzo nero come l’ebano, costruito con kevlar e grafite, vagamente misterioso ma con l’ovale decisamente più grande. Una racchetta più leggera e più facile, soprattutto capace di far uscire la palla mooolto più velocemente dal piatto corde. Chiaro, è come se Batman cambiasse la sua Batmobile: ma a quasi 32 anni, e dentro la peggiore stagione della sua vita, per Roger non c’era più tempo, doveva farlo e basta. Alea iacta est, non ci si volta indietro.
BASTA GUAI
Finalmente in un’intera partita di Federer abbiamo visto solo un paio di stecche (nei giorni più neri con il vecchio ovale bonsai erano diventate dozzine); niente più servizietti a 185 orari; e molti meno guai in difesa dove la reattività dei piedi, ahinoi, non è più quella del tempo felice quando Roger dominava. Del resto Djokovic usa una Head 100 pollici, Nadal una Babolat con il piatto corde della stessa grandezza e Murray una Head 98, e così Federer si è adeguato scegliendo una racchetta dove troverà forse meno poesia ma più vantaggi. Certo, con la vecchia Wilson ha vinto 6 Masters e 17 Slam, ma erano altri tempi e ora il tennis moderno vuole l’oversize, una racchetta capace di generare più potenza e più spinta, aiutando le rotazioni a diventare onde.
DECISIONE INEVITABILE
Una decisione sotto certi versi umile per restare in scia agli altri Fenomeni del tennis, come del resto l’avevano supplicato gli stessi ingegneri della Wilson. Il re per mesi ha tergiversato, poi la sconfitta al secondo turno di Wimbledon contro il carneade ucraino Stakhovsky l’ha fatto piangere: e lì ha capito, non si poteva aspettare più. Ecco allora i tornei di Amburgo e Gstaad per provare la nuova spada di Lord Fener sulla terra, quindi se tutto andrà bene via verso l’America a sfidare agli Open Usa gli usurpatori al trono.
Chiaro, per i puristi lasciare la vecchia “tavola” Six One Tour è una scelta choc, anche perché 51,1 centimetri quadrati di differenza per un giocatore con la sensibilità di Federer sono una cosa enorme. Però ieri contro Brands, dopo un brutto primo set a freddo, si è visto subito che Federer dalla nuova racchetta potrà avere solo vantaggi. Forse non potrà più fare i ricami a rete di una volta, ma ieri il dritto viaggiava di più, con la battuta ha messo giù 9 ace, il rovescio in topspin saltava alto, e la fluidità di gioco non ne ha risentito visto che la nuova arma è più leggera. Oggi Federer ha un secondo piccolo test contro il morbido ceco Hayek che a sorpresa ha fatto fuori quel matto di Gulbis, ma la felicità è un’altra: perché la nuova racchetta lo porterà fino a Rio 2016 e altri quattro anni con lui, anche se tra albe e tramonti, saranno una cosa meravigliosa.