Nicola Lombardozzi, la Repubblica 17/7/2013, 17 luglio 2013
MERCOLEDÌ
Che i pacifisti non si illudano. La notizia è meno positiva di quello che sembra: la più grande fabbrica di carri armati del mondo produrrà abbigliamento, scarpe e gadget per il tempo libero. In realtà acquisterà questi prodotti a basso prezzo sul mercato cinese e li renderà più appetibili grazie al suo marchio, UVZ, Uralvagonzavod.
Ma la fabbrica, che fino al 1936 costruiva vagoni merci e che Stalin trasformò in un colosso dell’industria bellica, non cambierà i suoi progetti di marketing. Magliette e scarponcini da trekking serviranno soltanto a ripianare le momentanee perdite dovute al fallimento del progetto T-95, carro armato troppo ambizioso tecnologicamente e difficile da piazzare sul mercato. Solo un autofinanziamento, insomma, per continuare a produrre micidiali macchine da guerra. I clienti non mancano. E hanno le loro ragioni. L’UVZha il blasone antico dei carri che annientarono l’armata nazista ma soprattutto decine di testimonial su tutti i telegiornali: produce tra l’altro i carri dell’esercito di Assad, e di quello libico acquistati in massa da Gheddafi. Gli intenditori apprezzano. Nuove commesse sono già in arrivo.