Giuseppe Pollicelli, Libero 17/7/2013, 17 luglio 2013
C’ERA UNA VOLTA IL MASCHIO ECCO COME FARLO RISORGERE
Si può essere conservatori, legati alle tradizioni (diciamo pure all’antica) e, al tempo stesso, non avere nulla in contrario alle unioni omosessuali e alla bisessualità, né disdegnare la visione di film parecchio hardcore come il vecchio Gola profonda? Sì, se si è dei veri moralisti. E non c’è dubbio che Gemma Gaetani, autrice di un deliziosamente arguto Decalogo dell’uomo vero (Giulio Perrone, pp. 128, euro 10), sia un esemplare esimio di moralista. Laddove, sia chiaro, si riconduca il vocabolo «moralista» al concetto di «morale » e non a quello di «moralismo ». Nulla infatti è moralistico, nel libro di Gemma Gaetani, e tutto è morale. Del moralista, Gemma (che è un’apprezzata firma di questo giornale) ha pure la capacità di sfoderare considerazioni ficcanti e sagaci, ognuna delle quali è un aforisma potenziale.
Come molti grandi moralisti, infine, la Gaetani (che, da donna di sani principi, non si adonterà per l’articolo determinativo femminile da cui abbiamo fatto e faremo precedere il suo cognome; anzi, riterrà di doversene compiacere) ha tra le proprie qualità il senso dell’umorismo. Di più: Gemma è un’umorista coi controfiocchi, una che, se ci si mette, riesce a farti ridere sul serio per quant’è brava a descrivere certe situazioni e certi caratteri esasperandoli un poco, quel tanto che basta a farne meglio risaltare la verità. Come sanno fare, appunto, solo gli umoristi più abili.
Ordine e certezze
Dicevamo che la Gaetani è di ampie vedute in tema di sessualità e dintorni. Senz’altro. Ma lei ritiene anche che il mondo necessiti di un minimo di ordine e di certezze. Dunque: se un uomo è omosessuale, bene. Se è bisessuale, bene lo stesso. Ma se è eterosessuale, cioè fa parte o asserisce di far parte alla categoria a cui il libro di Gemma è dedicato (ne riportiamo il sottotitolo: «Tutto quello che c’è da sapere su quel genere di persona una volta chiamata “maschio”»), beh, che lo sia al cento per cento e nel modo più degno possibile. Ciò che la Gaetani non tollera sono gli uomini veri che sono uomini veri solo in parte (e quindi non lo sono affatto). «Il vero uomo eterosessuale », scrive Gemma, «non contempla pratiche di tipo omosessuale. Ergo, non va nemmeno a trans. Se lo fa, è un uomo bisessuale. Contro il quale, già è stato detto, non si ha nulla in contrario. Si tratta solo di una categoria diversa da quella etero ».
Parole chiare, essenziali, che tendono al sillogismo e che a noi appaiono sacrosante. Ma nel suo aureo decalogo la Gaetani non si occupa solo di sessualità. Stigmatizza, nell’aspirante uomo vero, le derive egocentriche; la tendenza al mammismo; la femminilizzazione («Cari autocastrati che sbucciate le cipolle indossando occhiali da sole perché gli occhi non vi lacrimino e vi credete anche intelligenti, l’uomo casalingo, se vogliamo continuare la metafora giuridica, è parte offesa del suo tempo, e nemmeno se ne rende conto. Eterna vergogna!»); la taccagneria che spinge alcuni alla barbarie di non offrire la cena alla donna con cui sono usciti, fosse pure una semplice amica indisponibile - in quanto amica - a successive concessioni; l’adesione a grotteschi luoghi comuni tipo lo spaventoso «l’uomo deve puzzare»; la poca elasticità mentale; l’assenza di autostima e di spirito d’iniziativa.
Nella sua visione tradizionalista (e dunque, in ultima analisi, ultraromantica), Gemma ritiene che l’uomo debba essere un animo puro, un cavaliere: ella, quindi, non si perita di rispolverare un valore tra i più vilipesi, negletti e travisati, quello dell’onore. Già solo per questo vorremmo abbracciarla, la moralista Gaetani. O, meglio ancora, praticarle un signorile baciamano, badando a tener le labbra ben discoste dal dorso come richiede il galateo.
Elogio del silenzio
L’unico punto su cui coltiviamo qualche dissenso è quello relativo all’abbigliamento maschile. Da eterosessuali quali - fino a prova contraria - siamo, non ci è mai parso necessario riservare un’attenzione particolare al nostro guardaroba, e non condividiamo una frase come «Ben vengano, quindi, perfino i maschi con le sopracciglia più definite di quelle di una donna, se questo è sintomo di cura di sé». È però un discorso lungo e, per portarlo avanti, saremmo costretti a parlare un bel po’ di noi. Ma Gemma Gaetani ha scritto: «Un uomo che non ami troppo parlare è equilibrato, rispetto ai suoi cogeneri troppo sbilanciati nella direzione diametralmente opposta», e siccome noi di Gemma ci fidiamo, preferiamo chiuderla qui.