Maurizio Stefanini, Libero 17/7/2013, 17 luglio 2013
DA CUBA DESTINAZIONE TOP SECRET IL GIALLO DEL MISSILE NORDCOREANO
Un po’ è una storia che evoca John le Carré: se non altro, perché, spy story a parte, c’è di mezzo Panama, che rimanda al famoso sarto, del romanzo e del film che ne è stato tratto. Un po’ quei missili nascosti nello zucchero evocano Fantozzi. Soprattutto, però, siamo nella tradizione più autentica del regime nord coreano. Che in regime di embargo per i test nucleari illegali non può in teoria importare o esportare armamenti, ma per il quale il traffico di armi rappresenta una “vo - ce” da oltre mezzo miliardo di dollari pari a un terzo abbondante dell’export, e che è dunque abituato ad arrangiarsi. «Sospettavamo un carico di droga, ma quando abbiamo cominciato a scaricare l’imbarcazione abbiamo trovato, tra 220.000 quintali di zucchero bruno, dei contenitori con all’interno un sofisticato equipaggiamento missilistico non autorizzato », ha annunciato in una conferenza stampa il presidente di Panama Ricardo Martinelli. La segnalazione su un possibile traffico di “sostanze illecite” era arrivata da fonti di intelligence, e l’operazione è stata condotta dal procuratore anti-droga Javier Caraballo.
CAPITANO SUICIDA
La nave, di nome Chon Chong Wang, stava entrando nel Canale dal porto caraibico di Colón, proveniente da Cuba. Come ha spiegato il ministro della Sicurezza José Raún Mulino, «i dubbi sono iniziati quando, durante una prima indagine, i marinai hanno reagito in maniera molto violenta alla nostra presenza». I 35 marinai sono stati arrestati e portati per le indagini nella base di Sherman, e secondo i testimoni il capitano durante la perquisizione della nave prima avrebbe avuto un attacco di cuore e poi avrebbe cercato di uccidersi: nulla da stupirsi, se si pensa alla sorte che lo aspetta se lo rimandando a Pyongyang. «Che il mondo sappia che non si può cercare di far passare materiale bellico non dichiarato per il Canale di Panama», ha pure avvertito Martinelli. Non si sa bene che fare dei detenuti: Mulino ha detto che si consulterà con l’Onu, perché gli dicano a chi li deve consegnare. Ma il mistero più grande è il senso di questo viaggio. Si sa infatti da tempo che la Corea del Nord esporta materiale bellico, e in particolare sono stati i nord-coreani a aiutare l’Iran a dotarsi di un’industria missilistica, dopo di che iraniani e nord-coreani assieme hanno contribuito alla creazione dell’ar - senale missilistico siriano, e la Siria ha rifornito Hezbollah e Hamas. Ma una nave nord-coreana con a bordo armi e pezzi di missili diretta a Myanmar fu intercettata dagli americani nel giugno del 2011, e un’altra nel 2009. E in precedenza erano stati interessati anche Egitto, Pakistan, Nigeria, Yemen.
TRIANGOLAZIONI
Stavolta, tuttavia, la nave non stava esportando, ma importando. E da un Paese come Cuba, che è sì ardentemente “anti-imperialista”, ma non è particolarmente rinomato per la produzione di tecnologie di distruzione di massa. Cuba, però, per molti decenni ha ricevuto ordigni sovietici di tutti i tipi. E la Corea del Nord i propri missili li ha sviluppati modificando originali russi. Assieme allo zucchero Raúl Castro ha voluto dunque sbolognare un po’ di ferrivecchi che all’isola non servono più? Può essere d’altra parte che la nave nord-coreana stesse triangolando, e che i mortali aggeggi sarebbero stati poi rigirati a qualcun altro. Data la congiuntura, potremmo pensare a Hezbollah, a Bashar Assad o a Hamas, più ancora che a un Iran che ormai i missili se li fa da soli. Ma siamo veramente sul piano delle illazioni. Da rilevare però che in Nicaragua Daniel Ortega ha appena lanciato il piano per costruire un nuovo canale interoceanico alternativo a Panama, con capitali cinesi. Se fosse stato già in funzione, presumibilmente la Chon Chong Wang sarebbe arrivata al Pacifico senza il minimo problema.