Marzio Bartoloni e Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore 17/7/2013, 17 luglio 2013
LA RICERCA PREMIA GLI ATENEI DEL NORD
ROMA.
Padova tra i grandi atenei, Trento fra quelli di medie dimensioni e la Sant’Anna di Pisa fra le strutture più piccole.
Sono i "magnifici tre" della ricerca italiana secondo gli indicatori ufficiali diffusi ieri dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario, che offre soddisfazioni anche a Siena (migliore fra le grandi nel rapporto fra dimensione dell’ateneo e peso della ricerca, un indicatore che premia anche la Vita-Salute San Raffaele di Milano e l’Istituto universitario studi superiori di Pavia) mentre è avara di buone notizie per il Mezzogiorno. Guardando il panorama settoriale, invece, si scopre che i «prodotti eccellenti» sono più frequenti in Fisica, Chimica e Ingegneria industriale, mentre si fanno rarefatti in Scienze sociali e politiche, Ingegneria civile e Giurisprudenza.
Numeri e pagelle diffuse ieri dall’Agenzia guidata da Stefano Fantoni arrivano al termine di un lavoro ciclopico, che ha pesato 185mila pubblicazioni e altri «prodotti di ricerca» sviluppati fra 2004 e 2010 da 133 fra atenei, consorzi ed enti di ricerca e valutati da 450 esperti e 15mila revisori. Di ogni «prodotto» l’Anvur ha misurato l’originalità, la rilevanza, la fortuna internazionale, per capire punti deboli ed eccellenze di ogni struttura accademica italiana. Sotto esame sono finiti poi i risultati dei docenti assunti o promossi fra 2004 e 2010, per capire dove i concorsi sono andati in cerca dei migliori e dove invece hanno seguito altre esigenze.
«È una rivoluzione», ha riassunto il ministro dell’Università Maria Chiara Carrozza, che ha spinto per ampliare la trasparenza dei dati: «È un enorme sforzo, e spero che questo esempio sia seguito dal resto della Pa». Uno sforzo, secondo il ministro, utile per tutti: per atenei ed enti di ricerca che così «potranno capire dove si può migliorare» e per cittadini e studenti che ora sapranno «settore per settore quali sono le strutture migliori».
Ma i giudizi avranno subito i primi effetti pratici. «Entro l’estate faremo il decreto con la divisione delle risorse in base al merito», ha assicurato il ministro, e in palio per gli atenei ci sono 818 milioni di "premio" (su 6,7 miliardi di fondi ordinari del 2013), 540 dei quali saranno assegnati proprio in base alle performance scientifiche certificate dall’Anvur. Il resto sarà ripartito in base ai risultati sulla didattica su cui l’Anvur pubblicherà tra l’altro le sue prime valutazioni il prossimo anno. Si tratta di un primo passo importante, che può far decollare il "finanziamento competitivo" azzoppato finora proprio dall’anzianità dei dati sulla ricerca (gli ultimi disponibili erano relativi al 2001-2003).
La fotografia punta al massimo del dettaglio, e più delle sintesi per ateneo contano le indicazioni su pregi e difetti delle strutture attive nelle 14 aree di studio in cui è divisa l’accademia italiana. Padova, per esempio, viene spinta in alto soprattutto dai risultati in Economia e Medicina, sempre la Medicina, insieme a Psicologia, alimentano il primato di Trento nella sua categoria, nonostante valutazioni più opache in Veterinaria e Architettura; tra le piccole la Sant’Anna di Pisa ha risultati brillanti in particolare in Economia e Scienze Agrarie e Veterinarie, ed è seguita in graduatoria dalla Normale e dalla Luiss di Roma.
«È l’esercizio di valutazione più grande mai fatto», sottolinea il presidente dell’Anvur Stefano Fantoni, che dopo la messa in moto della macchina della valutazione si dice convinto che il prossimo round di pagelle sarà disponibile tra 4-5 anni. Parla di «scelta di civiltà» e di «punto di partenza» Ivan Lo Bello, vicepresidente per l’Education di Confindustria: «I dati mostrano che l’università non è vittima delle condizioni esterne, perché una buona governance permette ottimi risultati anche in contesti poco favorevoli», anche se restano «molte differenze» fra Nord e Sud soprattutto «fra i grandi atenei».
In effetti, nelle graduatorie di settore si incontrano i buoni risultati di Catanzaro in chimica, di Salerno in Scienze della terra o della Parthenope di Napoli in medicina, ma sono eccezioni in un quadro generale che tiene le eccellenze lontano dal Sud.
L’Anvur ha presentato ieri anche le pagelle relative ai 12 enti di ricerca vigilati dal Miur. Tra questi spiccano le performance eccellenti dell’Istituto di geofisica e vulcanologia e dell’Istituto di Fisica nucleare. A segnare il passo è invece il Cnr, il più grande ente di ricerca, che non incassa risultati brillanti. Una défaillance che il ministro Carrozza giustifica almeno in parte per il fatto che alcuni enti, come il Cnr, «non fanno solo ricerca e, in alcuni casi, fanno anche attività di servizio».