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 2013  luglio 17 Mercoledì calendario

FEDERER CAMBIA RACCHETTA, L’ULTIMA SCELTA DEL VECCHIO RE

Non c’è niente di più simbolico, un viaggio in piena solitudine mentre si invecchia. A quasi 32 anni, e a metà della stagione più brutta dal 2001 in qua, Roger Federer decide finalmente di cambiare racchetta, abbandonando quella con cui ha costruito la cattedrale del suo regno per passare a una più grande, più facile, più terrestre.
L’evento epocale avverrà oggi nell’esordio del torneo di Amburgo contro la cavia tedesca Daniel Brands, numero 58 del mondo, che farà da co-protagonista all’Esperimento. I numeri, unici veri sapientoni dello sport, dicono che era ora: quest’anno nemmeno un grande torneo vinto, molte figuracce da Nishikori a Benneteau, più la delusione atroce della disfatta contro il gitante ucraino Stakhovsky (numero 116 del mondo) al secondo turno di Wimbledon. Ecco, in quel momento, proprio quel giorno lì, nella testa di Federer deve essere scattato qualcosa. Il management della Wilson gli proponeva il cambio da mesi, cosa che Lui ha accettato solo adesso.
Certo, se ne va qualcosa di immenso. Una racchetta a metà strada tra il violino Stradivari e la spada laser di Lord Fener in Guerre Stellari, 360 grammi di fibra di carbonio e grafite ad alto modulo verniciati di bianco con un ovale da 88 pollici quadrati (ufficialmente 90) talmente piccolo da assomigliare a quello delle racchette di legno di un tempo. La magìa era che se colpivi la palla al centro, ma proprio al centro, si scatenava l’inferno; al contrario, la follia era che bastava sbagliare l’impatto di mezzo centimetro, di qua o di là, per steccare verso il cielo la frustrazione di un colpo. Negli ultimi tempi Federer non si muoveva più come quando era il numero 1 indiscusso e quindi per non perdere campo era spesso costretto a giocare il rovescio in demi-volée con i piedi sulla linea di fondo campo alzando così in maniera vertiginosa il coefficiente di difficoltà di ogni colpo. Bene, da oggi - almeno nei piani - non succederà più, con un ovale decisamente più grande, sembra addirittura di 98.
È come se l’equilibrista del destino avesse deciso di scendere dal filo e rotolare sulla terra, lui marziano insieme agli umani, finalmente con una racchetta simile a quella di tutti gli altri, da Djokovic, Murray e Nadal fino ai tennisti della domenica nei club. Perché Federer non tradirà la marca con cui gioca ormai da quindici anni, ma avrà a disposizione una racchetta più leggera di 20 grammi con un ovale che gli permetterà di sbagliare un po’ meno, di fare qualche passante in più e in grado di dare una mano in difesa. Amburgo e poi Gstaad, nella sua Svizzera, saranno i tornei di prova, poi se andrà benino il test vero sarà agli US Open a settembre. Certo, è come se re Artù rinunciasse alla sua Excalibur, ma prima o poi doveva succedere. Il re in fondo è ancora vivo, viva il re.