Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  luglio 17 Mercoledì calendario

AMORE PER RINGIOVANIRE

Non solo amore e passione. Il sesso, sotto la lente dei ricercatori, si trasforma in una vera terapia. Oltre il piacere e il benessere che regala. Si trasforma in un alleato per ringiovanire. Per tornare indietro anche di sette anni. Le persone che hanno una vita sessuale attiva (appagante e coinvolgente) riuscirebbero a mantenere un aspetto giovane molto a lungo.
È stato il Royal Edinburgh Hospital a lavorare sullo stretto rapporto tra psiche e sesso e sugli effetti di questa alchimia. Lo psicologo David Weeks ha illustrato i risultati della sua ricerca durante la British psychological society. Weeks e la sua équipe, per dieci anni, ha intervistato uomini e donne di diverse età per analizzare i legami sentiti tra l’attività sessuale e il loro rapporto con l’invecchiamento. Con il sentirsi, oltre che sembrare, più giovani rispetto ai dati anagrafici.
I RISULTATI
Ora il bilancio del lavoro. Si è scoperto che coloro che dimostravano meno della loro età erano gli stessi che dichiaravano di fare l’amore almeno tre volte alla settimana. Tre volte, secondo i ricercatori inglesi significa «in media il 50% di rapporti in più degli altri». Il piacere del sesso sarebbe un fatto determinante per la conservazione della giovinezza. Grazie al maggiore rilascio di endorfine, al buon equilibrio tra il sonno e la veglia, ad una migliore circolazione sanguigna e ad una pelle più rilassata ed elastica. Un colorito sano e luminoso, dicono i ricercatori, ma anche un livello di ansia più basso. E, soprattutto, una importante diminuzione degli attacchi di fame. Di quella compulsiva, spesso notturna, che fa accumulare chili.
«Fare l’amore riduce in maniera significativa il rischio di malattie cardiocircolatorie - aggiunge l’équipe di psicologi e fisiologi - perché il sesso è un’attività aerobica, durante la quale i muscoli fanno ripetuti movimenti, il cuore batte più forte e il respiro è più veloce e profondo».
QUESTIONE DI CUORE
A rinforzo di questo, il già provato rapporto tra vita sessuale attiva e il controllo del livello del colesterolo. Soprattutto nell’uomo. È l’aumento di testosterone scatenato dal rapporto ad avere un ruolo nel limitare il rischio delle malattie cardiovascolari.
Testosterone che, in estate, viene sollecitato più che nelle altre stagioni. I raggi solari, come si legge in una ricerca dello State Hospital di Boston, riescono a stimolare la produzione dell’ormone perché agiscono sui livelli di vitamina D. Proprio un incremento della vitamina D corrisponde ad un aumento della produzione del testosterone. Da qui le ripercussioni sul tono dell’umore e un maggiore desiderio di avere rapporti sessuali. Il relax e le ferie fanno il resto.
Senza dimenticare, proprio in estate, quanto sia importante l’idratazione per il sesso. Abulia, stanchezza, emicranie, calo delle prestazioni dipendono proprio dalla mancanza di acqua. Si stima che durante l’attività sessuale si arrivi a perdere (gli uomini in particolare) quasi un bicchiere di liquidi. Come riporta “In a bottle” (www.inabottle.it) il magazine interamente dedicato all’acqua. «In assenza di sali minerali e di adeguata idratazione la pelle tende ad essere poco elastica, opaca e poco piacevole al tatto - spiega Marinella Cozzolino, presidente dell’Associazione italiana sessuologia clinica -. La pelle è l’organo più disteso del corpo ed anche quello maggiormente coinvolto nelle attività sessuali. L’assenza di sali minerali porta con sé anche un consistente stato di abulia e spossatezza frequenti emicranie. Le alte temperature estive aumentano il rischio di disidratazione durante un rapporto medio arrivando così ad inficiare anche le prestazioni».