Guido Olimpio, Corriere della Sera 16/7/2013, 16 luglio 2013
SUL CASO L’OMBRA DELLE SPIE VENUTE DALL’EST
Mi chiamo Amanzhol e risolvo problemi. Per conto del mio leader. Amanzhol Zhankuliyev è il potentissimo capo del «Syrbar» (nella foto il logo), il servizio segreto esterno del Kazakistan, l’apparato che si occupa di fronteggiare terroristi e oppositori. Il dirigente è arrivato al comando delle ombre dopo una carriera diplomatica. Di prestigio. Uomo di fiducia del presidente Nursultan Nazarbaev, il funzionario è stato per alcuni anni ambasciatore, nello stesso momento, in Svizzera, Liechtenstein e Vaticano. Stati che, per motivi diversi, hanno un ruolo importante. E Zhankuliyev non si è risparmiato nel suo ruolo, tessendo rapporti, costruendo legami, rappresentando il proprio Paese. Forse sarebbe rimasto ancora a lungo tra feluche e delegazioni se il leader non lo avesse richiamato in patria nel febbraio 2009 per affidargli la nuova creatura, il Syrbar. Fino ad allora il Kazakistan aveva mantenuto solo un piccolo dipartimento, all’interno del servizio KNB, che doveva occuparsi dell’attività all’estero. Troppo poco per le esigenze di un paese che vuole dire la sua in una regione in fermento, con spinte jihadiste che bussano alle sue porte e che deve badare a qualche avversario. Specie se ha trovato rifugio in qualche città al di fuori dei confini. Come nel caso di Ablyazov, scappato a Londra, e dei suoi familiari arrivati in Italia. Qui li hanno trovati — ufficialmente — affidandosi ad un’agenzia investigativa privata e a qualche operativo presente nella capitale.
Gli agenti kazaki non sono nuovi a spedizioni lontane dal loro territorio. Hanno già agito con una certa irruenza in Europa, dove sono emerse tracce del loro passaggio. In particolare a Vienna dove li hanno beccati, nel 2008, mentre stavano per organizzare il sequestro dell’ex genero di Nazarbaev. Trama che ha portato anche gli inglesi a indagare sulle spie venute dall’Est. Storia segnata da passi falsi e cattiva pubblicità. Con i fari dei media puntati su chi dovrebbe restare al coperto. Per questo, come si racconta in un file di Wikileaks, il presidente ha rimescolato le carte affidandosi a qualcuno in grado di fronteggiare situazioni complicate. Ed ecco la scelta di Zhankuliyev, il lungo braccio del Kazakistan.