Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 16/07/2013, 16 luglio 2013
LA STESSA DURATA. CAMERA E SENATO
Caro Romano, quanto alla duplicazione dei compiti tra Camera e Senato, osserverei che la produzione di risultati diversi era ben stata preventivata dai costituenti che avevano coscientemente deciso, oltre alla elezione su base nazionale per la Camera e regionale al Senato, che la Camera dovesse durare 5 anni e il Senato 6. Col tempo il Parlamento sarebbe stato quindi soggetto a verifiche, per così dire, di medio termine (come è stato fino al febbraio 1963) tali comunque da non provocare bruschi stravolgimenti del quadro politico. Lì si decise invece di far coincidere d’allora in poi le due elezioni modificando un pezzettino di Costituzione, in base alle esigenze elettorali contingenti, senza badare agli inevitabili scompensi che si sarebbero determinati all’insieme. A questo punto sarà certamente meglio la vagheggiata «riforma organica».
Pietro Anelli, Trieste
Quando fu deciso che Senato e Camera avrebbero avuto la stessa durata si volle evitare, per quanto possibile, che nei due rami del Parlamento vi fossero maggioranze diverse. Ma il rischio divenne nuovamente grave quando la Corte costituzionale fece sapere che il premio di maggioranza previsto dalla legge Calderoli sarebbe stato dato al Senato su base regionale anziché nazionale. Comunque la possibilità di maggioranze diverse è accettabile, se non addirittura auspicabile, soltanto quando le due Camere non hanno, come in Italia, esattamente le stesse funzioni e competenze. È questa la vera anomalia italiana.
Sergio Romano