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 2013  luglio 14 Domenica calendario

LODETTI, UN TALENTO NEL NOME DI MONK

Non ha una storia particolar­mente interessante da raccontare ed è un ragazzo come tanti altri, ma a vent’anni è uno dei jazzisti più interessanti in circo­lazione e questo basta e avanza per parlare di lui. Alessandro Lanzoni è un fenomeno del pia­noforte che, quest’estate, si esi­bisce su tre fronti. Suona in tour­née con il suo trio (Matteo Bor­tone al basso, Enrico Morello al­la batteria) con cui ha appena inciso il bellissimo cd Dark Fla­vour, e milita nei gruppi di due superveterani del nostro jazz come Roberto Gatto e Aldo Ro­mano. «Ma terrò anche dei con­certi di piano solo - puntualizza Lanzoni - dedicati alla musica classica, e il 25 luglio a Siena suonerò con grandi nomi del jazz americano come Jeff Bal­lard e Larry Grenadier».
Lanzoni non diventa artista per caso. Nonostante la giovane età ha studiato e ha fatto la ga­vetta. Nel 2006 ha vinto il presti­gioso Premio Massimo Urbani, che gli ha portato in dote un al­bum con Ares Tavolazzi e Wal­ter Paoli. L’anno successivo ha inciso con un monumento come Lee Konitz e stupisce il can­dore con cui ricorda quel mo­mento: «Avevo solo 16 anni e mi sono reso conto più tardi del valore di quell’esperienza, del personaggio che avevo davan­ti, un artista che ha fatto la sto­ria». Dopo il disco con Konitz, Lanzoni è stato lontano dagli studi di incisione e ha prosegui­to gli studi. Il salto di qualità è avvenuto due anni fa, con il bien­nio di alto perfezionamento del­la Fondazione Siena Jazz. «Lì ho lavorato con molti artisti in­ternazionali che hanno rivoluzionato il mio modo di scrivere e comporre, e parlo di Avishai Cohen, di Kurt Rosenwinkel, di Danilo Perez». Senza dimenti­care i corsi alla Berklee School of Music, gli studi di violoncello e il diploma in pianoforte classi­co con il massimo dei voti, la Lo­de e la Menzione d’onore al Conservatorio di Firenze.
Un musicista completo dun­que, che alterna alle sue composizioni (colpiscono in particola­re Anatollo, Rumors, Assembly Lines), intriganti riletture di Theloniun Monk («un composi­tore attuale e moderno che of­fre grande libertà interpretati­va») quali Introspection, Crepu­scule With Nellie, Bright Missis­sippi.
I suoi maestri, oltre a Monk, sono Bill Evans («il pri­mo che mi abbia appassiona­to»), Keith Jarrett e Herbie Han­cock, esempi di grande stile per puntare sempre più in alto sul­la strada della ricerca.