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 2013  luglio 14 Domenica calendario

È BOOM DI ESTORSIONI E FURTI ITALIANI LADRI PER RECESSIONE

Sono tornati i ladri di polli, ammoniva qualche mese fa la Coldiretti. È vero, ma in realtà le cose vanno anche peggio, perché sono i furti in generale ad aver subito un’impennata da quando la grande crisi ha co­minciato a mordere. Non ci so­no dubbi: lo certifica uno stu­dio della Banca d’Italia firmato da due economisti, Carlo Me­non e Guido de Blasio, appena pubblicato nei working papers di via Nazionale. I due hanno in­crociato i bilanci delle imprese e le notizie di reato giunte all’au­torità giudiziaria, verificando un luogo comune: quando au­menta la povertà anche i ladri si danno da fare di più. Insomma, fanno gli straordinari. È esattamente quel che sta succedendo nel nostro pae­se da quando è iniziata la re­cessione; la ri­cerca si ferma al biennio 2008-2009 ma i dati sono ine­quivocabili.
Dunque, ad una diminu­zione del 10 per cento dell’attività economi­ca a livello locale corrisponde fatalmente un più 6 per cento dei furti. I numeri vanno a brac­cetto, e c’è da pensare che il trend sia proseguito anche nel periodo successivo. Sottrarre qualcosa a qualcuno non è di per sé molto difficile e non ri­chiede particolari abilità. Così alle prime difficoltà c’è chi pen­sa di raddrizzare i bilanci familiari in rosso dando un’occhia­ta a quel che c’è intorno. Anche se appartiene ad altri. Ed è espo­sto nei supermercati, nei nego­zi, sulle bancarelle. Si ruba co­me si può e dove si può. E si por­ta via di tutto, come aveva evidenziato già la Coldiretti che, anzi, aveva sottolineato l’in­gresso in campo di una schiera di ladruncoli di basso profilo, a quanto pare parenti stretti dei mendicanti che aprono la ma­no davanti ai passanti. Artigia­ni della mano lesta, pronti a por­tare via di tutto, addirittura i va­si di fiori dai cimiteri, e poi i sala­mi, i carciofi, i polli, la legna da ardere e via elencando generi di poco valore. Fino a rimarca­re in vista della Pasqua l’incredi­bile ritorno di un reato che si pensava ormai confinato nei li­bri di s­toria e nei racconti dei no­stri nonni: l’abigeato. Evidente­mente per festeggiare degna­mente il pranzo della festa con un buon agnello. Per la Coldiretti sugli scaffali della no­stra distribuzione mancavano, nel 2011, più di 3 miliardi di merce. Un danno enorme. Pari al­l’1,39 per cento delle vendite al dettaglio nei supermercati.
Menon e De Blasio notano in­vece un altro elemento preoccupante: anche le estorsioni crescono, e non poco, con la di­scesa dei redditi: più 10 per cen­to. Ma, per fortuna, si tratta di numeri molto più piccoli, per­ché ci sono 4 episodi di questo illecito ogni mille furti. Niente di nuovo invece, per i reati più gravi, dalle rapine agli stupri e agli omicidi. In questi tempi, tempi grami, non si violenta di più e non si uccide di più. C’è di che consolarsi, il passo indietro non ci riporta alla legge della giungla. E questo per un moti­vo molto semplice: alcuni reati presuppongono specializzazione, competenza, professionali­tà, sangue freddo o bestialità. Tutte parole lontane dal voca­bolario del ladruncolo fai da te che ha solo l’obiettivo di riem­pirsi la pancia o di soddisfare qualche capriccio elementare. Anche solo farsi la barba, profu­marsi o indossare un maglione caldo.
Ancora, e potrebbe apparire sorprendente, i due ricercatori della banca d’Italia scoprono che i dati nazionali vengono smentiti in quattro regioni me­ridionali che pure dovrebbero essere in testa a tutte le classifi­che con il segno meno: Puglia, Calabria, Campania, Sicilia. Qui tutto resta com’era prima e la ragione può essere una sola. Non una sorta di coscienza civi­ca degli abitanti, ma purtroppo il ferreo controllo della crimina­lità organizzata che scoraggia sul nascere le tentazioni malan­drine dei singoli. Al Sud anche la crisi è nelle mani della crimi­nalità organizzata.