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 2013  luglio 13 Sabato calendario

BENZINA E GASOLIO, FIAMMATA D’ESTATE


Arriva la temuta ondata di rincari estivi dei carburanti, stavolta accompagnata da uno sciopero dei benzinai, e la raffica di aumenti al distributore minaccia anche di mandare in fumo il dato relativamente basso dell’inflazione annuale che l’Istat ha diffuso ieri (+1,2% a giugno): nel carrello della spesa corrono già più degli altri i prezzi di alcuni beni e servizi tipicamente di stagione, come la frutta, i pacchetti-vacanza e i biglietti degli aerei e dei traghetti, e ora la fiammata di benzina e gasolio minaccia di estendersi a tutti i consumi.

Il weekend degli automobilisti italiani è funestato dai rincari al distributore. Dopo gli aumenti dell’altro giorno decisi dall’Eni (+1,5 centesimi per verde, gasolio e Gpl), tutti gli altri marchi si sono adeguati con ritocchi all’insù compresi fra 0,5 e 1,5 centesimi. Il prezzo massimo è di 1,865 euro al litro per la benzina nei distributori della Erg e le medie ponderate nazionali hanno raggiunto 1,851 euro al litro per la benzina (+0,6 centesimi) e 1,745 euro al litro per il diesel (+0,4 centesimi). Gli aumenti, come segnala la Staffetta Quotidiana, portano le quotazioni al livello più alto dallo scorso 25 marzo e sono in controtendenza rispetto all’andamento del mercato internazionale dei prodotti raffinati, dove il prezzo (dopo una settimana di rincari) è sceso l’altroieri a 588 euro per mille litri per la benzina (-9 euro) e 607 euro per il gasolio (-13 euro).

Adusbef e Federconsumatori parlano di «aumenti del tutto ingiustificati» che collocano i prezzi «6-7 centesimi sopra il giusto livello al quale si dovrebbero attestare».

A complicare la vita di chi guida si aggiunge la conferma dello sciopero (o serrata) dei benzinai nelle stazioni di servizio autostradali, proclamato per la settimana prossima dai sindacati Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio. Non si potrà fare rifornimento dalle ore 22 del 16 luglio alle 6 del 19 luglio. Lo scopo è spingere il governo a intervenire e «costringere le compagnie petrolifere e le concessionari al rispetto delle leggi e degli accordi con i gestori».

Intanto l’Istat dà le cifre dell’inflazione. L’unico aspetto positivo della recessione è che (di norma) i prezzi rallentano, frenati dai consumi deboli, e infatti il dato di giugno è +1,2% su base annua, abbastanza modesto per le abitudini italiane, però andando a scorporare si vede che i prezzi della frutta alle stelle (+6,9%) e i rincari a due cifre per i pacchetti-vacanza (+12,8%), uniti al rincaro dei biglietti aerei (+16,1%) e dei traghetti (+13,1%) spingono il carrello della spesa. Il trend è minaccioso perché già il +0,3% di giugno rispetto a maggio non è poco e minaccia di aumentare a luglio trascinato dai rincari dei carburanti. Inoltre la Codiretti sostiene che le statistiche dell’Istat siano inferiori agli aumenti reali dei prezzi: per esempio l’associazione dice che la frutta fresca non sia rincarata del 6,9% ma dell’11%.

Ancora le associazioni Adusbef e Federconsumatori calcolano che dai rincari generalizzati derivi per una famiglia italiana media di tre persone un aggravio compreso fra i 400 ai 600 euro su base annua. Le due organizzazioni accusano: «Certi aumenti in questo momento di crisi sono divenuti insostenibili per le famiglie».