Rita Fatiguso, Il Sole 24 Ore 15/7/2013, 15 luglio 2013
IL DRAGONE INVECCHIA E VUOLE WELFARE
PECHINO. Dal nostro corrispondente
Bluepharma, una società farmaceutica di medio calibro di Coimbra, in Portogallo, ce l’ha (quasi) fatta. Arrivata in Cina nel 2010, grazie all’alleanza con un partner locale sta per ottenere la registrazione del suo primo prodotto cinese da lanciare sul mercato entro l’anno.
Il caso Bluepharma dovrebbe rincuorare tutte le piccole e medie imprese dotate di tecnologia e competenze in grado di sfruttare l’enorme sete di welfare della Cina, un Paese alle prese con una popolazione che invecchia, ospedali da ristrutturare, carenza di strumentazioni mediche.
In Cina la quota dei sessantenni passerà dall’attuale 12% al 17% nel 2020. La popolazione dei 65enni (e più) raddoppierà entro il 2030, passando dagli attuali da 122 a 223 milioni. Morale: nei prossimi 5-7 anni la Cina supererà il Giappone come secondo più grande mercato al mondo per dispositivi medici.
È lo stesso Governo di Pechino a dover fare in conti con questa realtà, il Ministero della Sanità (MOH) sta impostando le politiche nazionali sulla salute, inclusa la sicurezza alimentare nonché il coordinamento delle risorse sanitarie.
Le spese del Paese sulla sanità sono raddoppiate dal 2006 al 2011, da 156 a 357 miliardi dollari, pari a quasi il 5% del Pil. Nelle zone rurali il Governo cinese ha piani ambiziosi per rendere più facile l’accesso alle cure sanitarie grazie alla costruzione o alla ristrutturazione di 3.700 ospedali e cliniche e di 11mila cliniche villaggio.
Le opportunità ci sono, le sta illustrando in questi giorni il team europeo dell’Eu Sme centre (www.eusmecentre.org.cn) che supporta le pmi nel mercato cinese, con incontri a Roma e Milano in partnership con Confindustria e la partecipazione di aziende del settore dell’health care (ma anche del green tech).
Poche cose da tenere a mente: è relativamente facile l’accesso al mercato rispetto al processo per i prodotti farmaceutici in un settore chiave per l’opportunità e la concorrenza delle pmi europee. Nei prodotti farmaceutici il contesto giuridico cinese favorisce le grandi aziende farmaceutiche a causa della lunghezza e delle risorse necessarie per la registrazione del farmaco inoltre per le prestazioni sanitarie il contesto giuridico è semi-aperto, c’è una sorta di zona grigia per i service provider non cinesi.
Comunque il mercato della sanità cinese è il terzo più grande del mondo nei dispositivi medici, secondo nel settore farmaceutico e il suo mercato dei servizi di assistenza sanitaria sta diventando anche uno dei più grandi al mondo. La domanda è trainata dalla crescente prevalenza di malattie croniche, l’ammodernamento delle strutture sanitarie, una maggiore diffusione di procedure diagnostiche e, come si è detto, dall’invecchiamento della popolazione.
Il valore delle esportazioni di apparecchiature medicali ha raggiunto i 30 miliardi di dollari nel 2012 (+13%). Il valore delle importazioni è a quota 12,5 miliardi di dollari (+14,6%), con Europa e Nord America in prima fila.
Attualmente, i principali attori del settore cinese servizio sanitario sono gli ospedali pubblici, il che pone il problema del concorso negli appalti. Ospedali in joint venture sono mirati a fornire servizi professionali per il mercato di fascia alta, come ad esempio centri per i tumori o di maternità destinati alle persone straniere in Cina. Si stima che ci siano più di 200 ospedali in joint venture. Pechino, Jiangsu, Shandong, Liaoning e del Guangdong totalizzano più del 60%, a investire sono Stati Uniti, Giappone, Hong Kong, Macao e Taiwan. Tra i clienti ci sono moltissimi cinesi benestanti.