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 2013  luglio 14 Domenica calendario

UNA CLASSE MEDIA DI CINQUE MILIARDI

Nel 2030, quasi cinque miliardi di persone saranno classe media, su una popolazione mondiale di otto: una crescita di tre miliardi di individui rispetto a oggi, quasi tutti nei Paesi in via di sviluppo. Lo calcola l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la quale stabilisce che fa parte della middle class chi guadagna tra i dieci e i cento dollari al giorno, cifra aggiustata a seconda del potere di acquisto di ogni singola valuta. È un fenomeno straordinario, di portata immensa. Uno «scivolamento tettonico» che darà il segno ai prossimi decenni, ha commentato il National intelligence council americano, il think tank che studia le tendenze mondiali e le strategie per la comunità dei servizi d’informazione e per il presidente degli Stati Uniti.
Per l’Italia vuole dire che è ingiustificabile continuare a concentrarsi sull’ombelico romano: va alzato lo sguardo verso i mercati che si stanno creando grazie a questi nuovi cittadini affluenti. Dal punto di vista della globalizzazione, significa che stiamo entrando nella fase due, quella della raccolta che segue la semina: dopo qualche decennio di posti di lavoro occidentali emigrati nei Paesi emergenti, ora si creano opportunità potenzialmente enormi per chi le saprà sfruttare. Dal punto di vista politico, invece, aspettiamoci cambiamenti anche violenti.
La classe media mondiale oggi spende ogni anno 21 mila miliardi di dollari. Nel 2030 ne spenderà ben più di 50 mila. La crescita maggiore di questa spesa — prodotti di base ma anche di medio-lusso — secondo l’Ocse avverrà nella regione Asia-Pacifico: da 4.900 a 32.900 miliardi di dollari, un salto straordinario di quasi sette volte. Nell’America centrale e del Sud la capacità i spesa della middle class passerà da 1.500 a 3.300 miliardi di dollari. In Medio Oriente e Africa del Nord da 900 a 2.200 miliardi. E nell’Africa subsahariana da 400 a 600 miliardi. Il Nord America rimarrà abbastanza stabile, da 5.500 a 5.600 miliardi mentre in Europa la spesa crescerà da 8.100 a 11.100 miliardi di dollari. Secondo l’americana Brookings Institution, nel 2050 più della metà della spesa per consumi avverrà in India e Cina: il 31% nella prima (che a quel punto sarà il Paese più popoloso del pianeta), il 23% nella seconda. Non saranno mercati facili, come sanno le imprese che hanno cercato di penetrare in Cina, India, Brasile negli anni scorsi: gli ostacoli palesi e nascosti sono molti, adattarsi a culture diverse non è semplice. Il Paese che non saprà stare dentro queste nuove realtà sarà però su un binario morto.
Una middle class di cinque miliardi non sarà solo un pranzo di gala, però. Come si è visto in Brasile nelle settimane scorse, via via che cresce, la classe media pretende servizi all’altezza del suo reddito, nella sanità, nell’educazione, nei campi della sicurezza, dell’ambiente, delle infrastrutture. In sostanza — a differenza di quel che pensava Marx — diventa essa la forza del cambiamento istituzionale, anche attraverso rivolte guidate dalle aspettative. È successo in America, è successo in Italia, succederà anche altrove.
Danilo Taino