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 2013  luglio 11 Giovedì calendario

ROWLING, LARSSON, ULISSE ECCO IL LUNGO SCAFFALE DEI LIBRI LASCIATI A META’

La vita è troppo corta per permettersi brutti libri. Come diceva quel tale (io), sceglie­re i libri è un’arte, finirli un optio­nal. Daniel Pennac, del resto, metteva ai primi tre posti del suo decalogo dei Diritti imprescritti­bili del lettore quello di non legge­re, di saltare le pagine e di non fi­nire il libro. Ma quali sono, ecco la doman­da, i libri che la gente abbando­na più spesso, dopo qualche pa­gina o pochi capitoli? Quali so­no i titoli, fra i bestseller di oggi e i classici di ieri, in testa alla classi­fica dei «most abandoned boo­ks»? È quello che si è chiesto Goo­dreads, il più grande social network di libri (16 milioni di iscritti, 28 milioni di visite indi­pendenti al mese, 23 milioni di recensioni: numeri micidiali per un sito frequentato solo da lettori). Sfruttando i propri uten­ti come un gigantesco campio­ne statistico, ha chiesto loro qua­li sono i libri che hanno iniziato a leggere e poi abbandonato; per quali motivi lo hanno fatto; do­po quante pagine; e qual è stato il «punto di non ritorno»... Otte­nendo i seguenti risultati.
Che i cinque bestseller più ac­quistati e meno letti sono: le tri­stemente famose Cinquanta sfu­mature di grigio di E.L. James: sembra - commenta il sito - che molti dei 70 milioni di persone nel mondo che hanno acquista­to il libro siano d’accordo con il lettore che ha postato: «Sono imbarazzato per tutti voi», e co­munque è stato giudicato dalla comunità di lettori un libro «not for everyone», non per tutti. Poi Il seggio vacante, il primo libro della Rowling non legato alla sa­ga di Harry Potter, uscito nel Re­gno Unito nel 2012: la motivazio­ne principale dell’abbandono è «different expectations», insom­ma chi l’ha acquistato, abituato al maghetto, si aspettava ben al­tro. Quindi il romanzo Mangia, prega, ama di Elizabeth Gilbert (da cui il film con Julia Roberts), considerato troppo «divisivo» (e la protagonista è «troppo pia­gnucolosa»). Dopo Uomini che odiano le donne, la prima parte della trilogia Millennium, dello svedese Stieg Larsson, che mol­tissimi acquirenti hanno abban­donato dopo le prime pagine perché «hard to get into», trop­po difficile per essere davvero catturati dalla storia. E infine Wicked, da noi uscito col titolo Strega: Cronache dal Regno di Oz in rivolta dell’americano Gre­gory Maguire, un libro celebre per aver ispirato l’omonimo musical presentato a Broadway nel 2003, e infatti bocciato perché «non è il musical»...
E fino a qui i megaseller. Curio­sa la top-five dei classici: nell’or­dine i capolavori più abbando­nati sono: Comma 22 di Joseph Heller, romanzo del ’61 sulla fe­rocia della guerra considerato negli Stati Uniti il capostipite del­la letteratura postmoderna; il co­lossale in tutti sensi Signore de­gli Anelli di Tolkien (e in effetti è un tomo di 1300-1400 pagine, e a quel punto si vede il film di Pe­ter Jackson ed è fatta); ovviamen­te l’ Ulisse di Joyce, il più citato fra i libri non letti, anche fra gli intel­lettuali; incredibilmente il Moby Dick ...; e infine - libro cul­to nel mondo anglosassone, di nicchia da noi - La rivolta di At­lante, pubblicato nel 1957 negli Stati Uniti, considerato il capola­voro di Ayn Rand, un’opera di ol­tre 640mila parole nella versio­ne inglese, uno dei romanzi più lunghi mai scritti, assieme - guar­da caso - all’Ulisse e Il Signore de­gliAnelli. Leggere, come è noto, stanca.
Interessante (e soprattutto una lezione per gli aspiranti scrit­tori) è il «punto di non ritorno», cioè il motivo per il quale i lettori a un certo punto chiudono il li­bro, senza più riaprirlo: perché è «lento o noioso» (46,4% dei ca­si), perché «scritto male» (18,8), perché è «estremamente stupi­do» (8,8),perché il plot è «ridico­lo» (8,5), perché non piace il pro­tagonista (4,9), oppure perché l’autore scrive qualcosa che io lettore odio (3,2). Fino allo 0,5% che smette di leggere un libro perché «immorale». A dimostrazione che in letteratura la forma, la scrittura, vale più del contenu­to, cioè la trama.
E se questo ci dice molto sulperché si abbandona un libro, cu­rioso èquandolo si fa: entro le prime 50 pagine (nel 15 ,8 % dei casi), fra le 50 e le 100 pagine (27 ,9 ) - un lettore cita una splen­dida regola d’oro: il punto giusto per abbandonare un libro è «100 pagine meno la propria età» - op­pure dopo le 100 pagine (18,2). Anche se c’è ben il 38% di lettori che una volta iniziato, finisce il li­bro sempre e comunque, anche se non ce la fa più. Dimostrando così di essere, più che un eroe, un martire. Della letteratura.