Carlo Festa, il Sole 24 Ore 9/7/2013, 9 luglio 2013
LVMH COMPRA LORO PIANA PER DUE MILIARDI
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Il colosso del lusso francese Lvmh fa di nuovo campagna acquisti in Italia e riesce in poco più di un mese di trattativa a conquistare il gruppo Loro Piana, marchio celebre del cachemire e delle lane più rare.
L’operazione, un vero blitz, è avvenuta a una cifra record. I fratelli Sergio e Pier Luigi Loro Piana cedono infatti l’80% dell’azienda familiare al gruppo francese per 2 miliardi dieuro. Sergio e Pier Luigi Loro Piana conserveranno una partecipazione del 20% nella società e manterranno, almeno per il momento, le loro funzioni alla guida dell’azienda. Nel contratto siglato tra la famiglia Loro Piana e Lvmh è inoltre prevista un’opzione put sul restante 20% della durata di tre anni.
Tuttavia l’enterprise value (cioè il valore d’impresa) conferito al 100% di Loro Piana corrisponde a 2,7 miliardi di euro: quindi 21,5 volte il margine operativo lordo del gruppo che nell’ultimo bilancio era di 123,6 milioni di euro. Insomma, si tratta di una cifra e di multipli da record che poche volte si sono visti di recente nel settore del lusso. Per avere dei termini di confronto, bisogna risalire alla vendita del marchio Valentino all’emiro del Qatar lo scorso anno e alla vendita del controllo di Bulgari (proprio a Lvmh) nel 2011.
Come nel caso dell’alta gioielleria di Bulgari, Lvmh ha conquistato uno dei marchi top del lusso italiano. Loro Piana non è soltanto uno dei brand del settore del cachemire e delle lane rare più noti al mondo, ma è stato anche uno dei gruppi italiani più legati alla storia della sua famiglia azionista: dagli inizi nel 19mo secolo quando la famiglia cominciò il commercio della lana e del tessuto. Poi nell’aprile 1924 Pietro Loro Piana fondò l’omonima società a Quarona Sesia, in Piemonte. Il suo lavoro è oggi portato avanti da Sergio e Pier Luigi Loro Piana, sotto la cui conduzione, Loro Piana è diventata la prima azienda artigianale al mondo nella lavorazione del cashmere e delle lane più rare, dal baby cashmere alla vicuna passando da altre fibre eccezionali, quali il fior di loto e la lana extrafine di Merino.
Negli ultimi dieci anni Sergio e Pier Luigi Loro Piana sono riusciti a far crescere in modo esponenziale l’azienda piemontese: prima espandendosi in modo più incisivo nei beni di lusso, poi decidendo di investire nella distribuzione diretta, con le aperture di negozi. Proprio il boom del retail di Loro Piana (predominante rispetto al wholesale e che conta ormai per l’85% dei ricavi) è stato una delle arme vincenti dell’azienda.
Ma la vera chiave del successo di Loro Piana negli ultimi anni è stata la diversificazione geografica. L’Italia conta per circa il 15%, ma spesso i compratori nei negozi a Milano e Roma sono stranieri. L’Europa genera invece il 23,4% dei ricavi, il Nord America il 24,6% e l’Asia il 26,7% con un un 1,2% di resto del mondo. L’Asia è ancora relativamente poco presente: dei 137 negozi Loro Piana, 5 sono a Hong Kong, 5 in Cina e uno a Macao.
Proprio questa potrebbe essere una delle variabili di crescita con Lvmh (la sigla sta per Louis Vuitton Moët Hennessy). L’Asia e la Cina, grazie a una rete distributiva che ha pochi rivali nel mondo, restano infatti aree di grande sviluppo per il colosso del lusso guidato dalla famiglia del magnate Bernard Arnault, un gigante i cui interessi spaziano dalla moda, alla gioielleria fino ai vini e allo champagne e che in Italia ha conquistato negli ultimi anni Loro Piana, Bulgari, Fendi ma anche un altro nome storico della moda e dello stile italiano come Emilio Pucci e la colonia di Acqua di Parma fino alla recente acquisizione, seppur piccola, delle pasticcerie Cova a Milano, soffiate all’ultimo istante al gruppo Prada. Advisor finanziari dell’operazione, che aspetta ora l’autorizzazione dell’Antitrust, sono stati lo studio Bonelli Erede Pappalardo al fianco di Lvmh e lo studio Chiomenti al fianco di Loro Piana.
«L’IDENTITÀ ITALIANA SARÀ MANTENUTA» –
«È stata la scelta migliore per permettere al nostro marchio di sviluppare tutto il suo potenziale, mantenendo l’identità e l’italianità dell’azienda». I fratelli Pier Luigi e Sergio (presidente e vice-presidente oltre che entrambi amministratori delegati) Loro Piana non hanno dubbi di aver preso la giusta decisione per il futuro dell’azienda fondata, sei generazioni fa, dalla famiglia piemontese: anche se il controllo del gruppo passa a un gruppo francese. «Lvmh – continua Sergio Loro Piana – era il partner migliore. Il mondo del lusso negli ultimi anni è cambiato moltissimo. Le dimensioni, con l’inasprirsi del livello competitivo, ormai sono un fattore chiave. Anche in passato avevamo ricevuto delle offerte, sempre rifiutate. Con la famiglia Arnault ci siamo intesi subito. È bastato un mese, con l’assistenza di pochi advisor e senza l’aiuto delle banche, per chiudere le trattative fra di noi e raggiungere un accordo. Abbiamo la stessa filosofia e la stessa visione. Arnault ci ha chiesto di accompagnarli nella gestione operativa dell’azienda».
Il gruppo piemontese è stato valutato 2,7 miliardi di euro. Per l’80% dell’azienda Lvmh pagherà 2 miliardi di euro, mentre il restante 20% resterà equamente suddiviso fra i due fratelli Loro Piana almeno per i prossimi tre anni al termine dei quali Lvmh avrà un’opzione a salire al 100 per cento. La valutazione della società italiana è stata quasi da record, circa 22 volte il margine operativo lordo sulla base di un Mol di 123,6 milioni (con un fatturato di 630 milioni e un utile netto di 65,8 milioni). Che abbia avuto un forte appeal il prezzo messo sul piatto senza batter ciglio da Arnault? «Contrariamente a quanto si può pensare non abbiamo venduto per questione di soldi – spiega Pier Luigi Loro Piana – ma per una questione di sviluppo del gruppo. Lvmh ci dava le garanzie per il futuro. Il nostro brand è un riferimento nel settore del lusso. Già prima di cominciare a discutere con Arnault, avevamo in mente un piano strategico ambizioso per lo sviluppo del prodotto sui vari mercati geografici nel mondo. Con Lvmh questo piano viene ancor più amplificato: basta pensare a tutte le sinergie non soltanto geografiche ma anche con tutti gli altri marchi di Lvmh, per capire le possibilità di sviluppo che si aprono per il nostro gruppo».