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 2013  luglio 09 Martedì calendario

STAMINALI, IMPRESA FRANCESE VENDE L’ETERNA GIOVINEZZA

La promessa della vita eterna sta per essere messa in vendita. A caro prezzo e in cambio di un piccolo frammento di pelle da tre centimetri di diametro. La società francese Cellectis, gruppo transalpino del settore del biotech specializzata nell’ingegneria del genoma, ha annunciato un’offerta destinata a uomini e donne smaniosi di assicurarsi buona salute e un corpo giovane ed efficiente anche in età avanzata. Al prezzo base di 47 mila euro, l’azienda francese si impegna a crioconservare una riserva ’genetica’ dei clienti, con cui sostituire i tessuti degenerati nel momento del bisogno.
Il trattamento, stando alle prime indicazioni, inizia con un semplice prelievo di pelle. Parte dei fibroplasti forniti dal cliente viene coltivata per moltiplicare il materiale genetico a disposizione; parte viene trasformata in cellule staminali plenipotenti indotte (Ipsc), cioè cellule da cui, grazie all’inserimento di quattro geni, si possono generare tessuti organici di ogni tipo.
Le cellule staminali così ottenute sono poi destinate a congelazione in azoto liquido a meno 180 gradi e utilizzate nel momento del bisogno per sostituire un tessuto cardiaco o un fegato mal funzionante.
L’obiettivo dichiarato è eliminare i problemi di rigetto provocati dai trapianti, ma anche fornire al corpo umano la possibilità di rinnovarsi, contrastando la naturale degenerazione dell’invecchiamento: una fonte dell’eterna giovinezza.
«È una sorta di back up dell’organismo», ha spiegato in un comunicato André Choulika, fondatore di Cellectis e presidente dell’associazione francese delle imprese del biotech. «Siamo orgogliosi di essere i primi al mondo a fare della maggiore svolta scientifica delle cellule Ipsc una tecnologia a disposizione del pubblico».
Il primo laboratorio di raccolta dei campioni genetici dovrebbe essere aperto a Singapore, con la creazione di una società ad hoc: la Scéil Private Limited. Il secondo a Dubai. E poi la rete dovrebbe allargarsi a Stati Uniti e Svizzera. La scelta è legata soprattutto a una questione normativa: in molti Paesi, Francia compresa, è necessario sapere in anticipo qual è la destinazione d’uso di qualsiasi prelievo biologico, come ha spiegato il direttore generale del gruppo Philippe Valachs al quotidiano francese Le Nouvel Observateur.
Ma le sedi selezionate sono anche adatte alla clientela potenziale: facoltosi uomini di mondo con abbastanza liquidità da poter investire nella tutela senza tempo del proprio corpo. Il costo base del contratto è infatti pari a 47 mila euro (60 mila dollari). Scattato il terzo anno dal primo prelievo, inoltre, c’è un canone annuale di 500 dollari per assicurarsi il mantenimento delle cellule nei laboratori.
I costi sono alti, ma almeno apparentemente le promesse valgono la spesa. Choulika, che ha rinunciato alla carriera accademica per buttarsi nel remunerativo business del biotech, ha infatti deciso di commercializzare l’ultima frontiera della scienza: la scoperta delle cellule pluripotenti indotte è valsa il premio Nobel per la medicina al giapponese Shinya Yamanaka nel 2012.
Si tratta di cellule che hanno le stesse caratteristiche di quelle staminali embrionali. Per ottenerle infatti è sufficiente introdurre nel dna cellulare un cocktail di quattro geni (chiamati fattori di Yamanaka) che ’riprogrammano’ il dna della stessa cellula, facendola ritornare a uno stadio indifferenziato, dal quale è possibile ottenere tessuti adatti per i diversi organi: dal muscolo cardiaco fino ai neuroni del cervello, dalle cellule degli occhi alla parete dello stomaco. E tutto senza il fardello del dibattito etico che accompagna la sperimentazione sugli embrioni.
Il gruppo Cellectis ha creato un vero e proprio hub dedicato alla nuova scoperta. Prenotandosi un posto nel presunto mercato del futuro: quello delle cure personalizzate fondate sul genoma dei pazienti. «Un bambino che nasce oggi vive 140 anni», ricorda l’imprenditore a chi nutre dubbi sulle possibilità della medicina rigenerativa.
Tra i progetti della società transalpina ci sono anche la ricerca sulle cure staminali per i diabetici, ma anche la collaborazione con il laboratorio del Nobel Yamanaka. Un aggancio abbastanza importante da pensare di poter vendere sogni al grande pubblico.
Per ora però le staminali pluripotenti indotte sono utilizzate per testare le molecole in laboratorio. Gli studi clinici che hanno lasciato traccia nella letteratura scientifica hanno diffuso grandissime speranze. Ma hanno anche rilevato qualche problema tecnico, in particolare l’instabilità genomica e l’immunogenicità, ovvero la tendenza a provocare un rigetto nel caso di innesto di un tessuto derivato in un organismo.
Il manager francese non sembra però spaventato dall’incertezza e dai rischi. La sperimentazione e la ricerca proseguono a ritmi serrati. Con la convinzione di potere risolvere eventuali problemi. Secondo uno studio del professore Xiaopeng Liu degli Istituti di biomedicina e salute dell’Accademia delle scienze di Guangzhou, pubblicato il 28 maggio 2013 sulla rivista scientifica Nature cell biology, per esempio introdurre i quattro fattori di Yamanaka nella cellula in una precisa sequenza temporale invece che tutti insieme avrebbe un effetto stabilizzante sull’intero processo.
Nell’attesa di un’evoluzione nella ricerca, Cellectis sembra proporre un atto di fede negli sviluppi della scienza. La società oggi dà lavoro a 230 persone e ha già registrato 98 brevetti.
La frontiera delle staminali è solo l’ultima trovata di un business ramificato che va dalla fornitura delle aziende farmaceutiche alla creazione di nuove specie di piante, fino alla ricerca sulle malattie degenerative e sull’Hiv. Attività che nel 2012 hanno fruttato 21 milioni di ricavi ma altrettante perdite. «Siamo molto meno capitalizzati dei nostri concorrenti», ha spiegato Choulika, «la nostra unica chance è stare un passo avanti». Magari anche proponendo una azzardata scommessa sul futuro.